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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2011 alle ore 09:28.
«Le obbligazioni high yield emesse dalle società, anche se sono considerati asset ad alto rischio, secondo molte analisi hanno ancora tanto valore da esprimere a 3-5 anni». Ne è convinta Ersilia Molnar, Marketing director di Muzinich & Co, casa attiva da oltre vent'anni nel comparto delle obbligazioni ad alto rendimento. «La volatilità e le tensioni del mercato corporate high yield viste negli ultimi due mesi – spiega – sono dovute soprattutto all'atteggiamento psicologico degli investitori, ma non vi sono giustificazioni macro nè microeconomiche. E tutto questo le rende ottime opportunità di investimento, ovviamente con un'attenta selezione dei titoli da acquistare».
Quindi lei vuole dire che, in contrasto alle obbligazioni emesse dagli Stati, i fondamentali degli high yield corporate sono buoni?
Certo. Anzi direi di più: non sono mai stati messi così bene da lungo tempo. Anche l'allargamento degli spread, dovuto dall'avversione al rischio, è un'opportunità, perché – quando le tensioni rientreranno – i guadagni saranno molto elevati.
Le tensioni sul mercato dipendono quindi più dalla psicologia dell'investitore che dalla realtà dei dati...
In un certo senso sì. D'altra parte basta mettere in fila qualche numero per capirlo. Ovviamente un'azione ha bisogno di un ambiente di crescita, per dare il meglio. Alle obbligazioni invece basta poter pagare la cedola, due volte all'anno, e godere di un solido andamento degli utili. Le corporation Usa, per esempio, a fine 2010 avevano una disponibilità di cash pari al 7,4% del totale di bilancio, il livello più alto dal 1959. E per quanto riguarda la generazione di profitti, siamo al 14% del Pil americano, il record dal 1942 (anno influenzato dai profitti del riarmo a causa della guerra). Infine le aziende sono ben capitalizzate, quindi il rischio di default è molto basso (fino al 2014 sono poche le emissioni in scadenza).
Allora l'investitore un po' disponibile al rischio può comprare high yield?
Sì, perché le condizioni d'ingresso sono ottime, come nel 2009. Almeno chi è disposto a sopportare volatilità nel breve potrebbe godere di buoni guadagni sul medio periodo.
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