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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2011 alle ore 07:39.

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LUSSEMBURGO. L'Eurogruppo ha iniziato ieri a dibattere di un nuovo rafforzamento del fondo di stabilità Efsf, dopo quello deciso in luglio. La discussione si intreccia con una difficile trattativa sulle modalità di funzionamento dello stesso salvagente finanziario, mentre in Grecia la crisi sociale comincia a preoccupare i partner europei.

«Stiamo esaminando le opzioni per aumentare la force de frappe dell'Efsf per utilizzarlo al massimo delle sue capacità e di renderlo più efficace per contenere il contagio sui mercati», ha spiegato ieri Olli Rehn, il commissario agli Affari monetari, prima di una riunione dei ministri finanziari della zona euro in Lussemburgo.

Dal canto suo, il ministro delle Finanze spagnolo Elena Salgado ha parlato della necessità di dare al fondo «maggiore capacità». Ha aggiunto il suo omologo belga Didier Reynders, in questi giorni alle prese con le gravissime difficoltà della banca Dexia: «Spero convinceremo alcuni dei nostri colleghi ad andare avanti nel rafforzare le capacità dell'Efsf».

La discussione è solo agli inizi. Dopo il voto del Bundestag, che mercoledì scorso ha approvato la riforma dell'Efsf decisa il 21 luglio, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble ha optato per una posizione mediana: ha respinto l'idea di un aumento del capitale del fondo (appena portato a 440 miliardi), ma non ha escluso la possibilità di un suo potenziamento.

Per ora, ha detto il ministro tedesco, parlarne comunque «non ha senso». La Germania vuole prima di tutto che il nuovo Efsf venga approvato da tutti i Paesi della zona euro. Tre Stati membri mancano all'appello: Malta, l'Olanda e la Slovacchia. Quest'ultimo preoccupa l'Eurogruppo: un partito al Governo ha minacciato la bocciatura in Parlamento.

Molti esponenti dell'establishment europeo sono giunti alla conclusione che 440 miliardi di euro non sono sufficienti. Da Tokyo, anche il governatore francese Christian Noyer ha detto di considerare «irrealistico» un aumento del capitale del fondo di stabilità, ma ha aggiunto di essere favorevole ad usare la leva finanziaria per aumentarne la dotazione.

La partita su un rafforzamento del patrimonio del nuovo Efsf è comunque alle prime battute, tanto più che ieri sera i ministri - che hanno dato il benestare alla nomina di Jörg Asmussen nel comitato esecutivo della Bce al posto di Jürgen Stark - hanno discusso delle modalità di utilizzo del fondo nella versione decisa dal consiglio europeo del 21 luglio.

Le trattative sono particolarmente ostiche. I tecnici sono alla disperata ricerca di soluzioni che permettano di conciliare posizioni politiche molto diverse tra loro. L'Eurogruppo deve trovare compromessi sul modo di concedere linee di credito precauzionali ai Paesi in difficoltà, di aiutare le banche in crisi e di acquistare debito pubblico sui mercati.

Su quest'ultimo punto il braccio di ferro riguarda la tempestività e la flessibilità degli acquisti, in particolare se introdurre differenze tra mercato primario e mercato secondario e se inserire tetti massimi tra Paesi o invece limiti più generali. Tra gli altri, la Germania si oppone agli acquisti sul primario.

La discussione sull'Efsf - sia sul suo futuro potenziamento che per quanto riguarda le modalità di utilizzo - si incrocia con la drammatica situazione greca. Il Paese sta aspettando con l'acqua alla gola l'esborso di nuovi aiuti. Arriveranno quando i ministri potranno valutare il prossimo rapporto della troika (nonostante le ultime stime facciano prevedere uno sfondamento degli obiettivi di bilancio).

Ieri sera in Lussemburgo alcune delegazioni nazionali esprimevano seria preoccupazione per la situazione sociale in Grecia, un Paese che negli ultimi tre anni ha registrato una recessione cumulata del 12%. Reynders ha avvertito che bisogna «evitare che muoia risanata», mentre per il suo omologo greco Evangelos Venizelos il suo Paese «non può essere il capro espiatorio della zona euro».

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