Grandi manovre tra i sindacati intorno alla Popolare di Milano. Ieri il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, ha smentito di aver partecipato a incontri con Andrea Bonomi di Investindustrial sulle candidature ai vertici di Bpm. Giorgio Benvenuto, ex segretario generale della Uil e consigliere della Popolare, ha definito destituite di fondamento le indiscrezioni di un suo incontro in Bankitalia per discutere di Piazza Meda. Se la Uilca prende formalmente le distanze da Bonomi, le altre sigle lavorano per unire le forze. Fabi, primo sindacato del settore e maggior forza in Bpm, e Fiba/Cisl studiano una lista comune per l'assemblea del 22 ottobre che eleggerà il nuovo consiglio di sorveglianza. Sono in corso consultazioni con le associazioni dei soci pensionati e con il Comitato soci non dipendenti, guidato da Piero Lonardi, consigliere di minoranza di Piazza Meda da anni assai critico sulla gestione della Popolare. Intanto, dopo l'incontro di ieri tra il segretario generale della Fisac/Cgil, Agostino Megale, e il presidente della Popolare, Massimo Ponzellini, la Fisac ha ribadito la sua distanza dalla scalata di Bonomi.

Ma l'Associazione Amici della Bipiemme, nonostante le dimissioni ai vertici delle segreterie aziendali di Fabi e Fiba, non molla e annuncia che presenterá una sua lista per il consiglio di sorveglianza e terrà anche le elezioni per rinnovare i propri vertici. Il direttivo degli Amici ha informato gli iscritti che «nella definizione della lista non saranno accettate pressioni o interferenze che tendano a delegittimare il ruolo dei soci dipendenti». Oggi però il Cda di Piazza Meda riceverà la relazione del presidente Ponzellini sull'intesa segreta degli Amici sulle carriere: l'indagine interna analizza le promozioni avvenute negli ultimi tre anni. Le decisioni che ne seguiranno saranno fondamentali nei rapporti con le autorità di controllo.

La Consob infatti ha acceso i riflettori sul "patto segreto" degli Amici di Bipiemme su avanzamenti di carriera e promozioni: ha chiesto all'Associazione tutta la documentazione in proposito, a partire dall'elenco dei dipendenti soci aderenti, e alla Bpm i dati per verificare eventuali intese assembleari. L'intento è di far luce sull'esistenza di eventuali patti occulti per condizionare elezioni e governo societario. Operazione estremanente complessa perché, con il voto capitario, i soggetti coinvolti sono migliaia. Se però l'indagine riscontrasse accordi di sindacato o anche solo di mera consultazione, Banca d'Italia potrebbe far scattare l'articolo 20 del Testo unico bancario che obbliga a comunicare entro 5 giorni ogni accordo "in qualsiasi forma concluso che possa far derivare l'esercizio concertato del voto in una banca". La mancata comunicazione porta al congelamento del diritto di voto di chi ha partecipato alla concertazione, fatte salve fattispecie di ordine penale.

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