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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2011 alle ore 18:02.
L'ultima modifica è del 03 ottobre 2011 alle ore 08:43.

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Wall Street chiude in forte calo sulla scia delle Borse europee, dopo che la Grecia ha annunciato che non riuscirà a rispettare gli obiettivi per la riduzione del deficit. Il Dow Jones cede il 2,36%, il Nasdaq perde il 3,29% e lo S&P 500 lascia sul terreno il 2,85%. Nel frattempo i titoli di stato americani sono in forte aumento.

Profondo rosso anche per le Borse europee, che hanno archiviato la prima giornata del nuovo trimestre in pesante ribasso. A nulla sono valsi i dati Usa migliori delle attese (indice Ism manifatturiero a 51,6 punti settembre da 50, 4 agosto e balzo dell'1,4% della spesa edilizia in agosto): Parigi cede l'1,8%, Francoforte il 2,2% mentre a Milano l'FTSE MIBcede l'1,31% e l'All Share l'1,34 per cento. A Piazza Affari controcorrente FonSai (+9%) con tutta la galassia Ligresti, in coda Saipem (-6%) e Popolare di Milano (-6%). Giù anche Fiat (-3,2%) col settore auto europeo.

Seduta volatile anche a Wall Street: in rosso Dow Jones (-0,3%) NASDAQ COMP(-0,4%) e S&P 500 (-0,4%).

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Fiat/Chrysler
Mentre le vendite Fiat cedono in Francia, negli Stati Uniti il gruppo Chrysler ha annunciato a settembre un incremento del 27% a 127.334 unità rispetto allo stesso periodo del 2010. Si tratta della miglior performance per il mese di settembre dal 2007. Ben otto volte nei primi nove mesi già trascorsi, il gruppo Chrysler ha registrato aumenti delle vendite superiori alla media del settore.

Borse asiatiche
Tokyo ha chiuso gli scambi in territorio negativo, nonostante alcuni favorevoli indicatori come la produzione di auto e la fiducia delle imprese. Il Nikkei ha ceduto l'1,78% portandosi a 8.545,48 punti. Ma i timori di recessione, aggravato dagli ultimi dati su redditi e consumi americani, pesano su tutte le piazze asiatiche da Hong Kong -4,4% a Taiwan -2,93%, Sidney -2,7%; Singapore -2; Mumbai -1,7%; Kuala Lumpur -1,5%; Bangkok -5,12%; Giakarta -5,6%. Shanghai è chiusa dall'1 al 9 ottobre per la festa nazionale cinese di Mezzo Autunno. Anche Seoul é chiusa per festività locale.

Tankan, risale la fiducia delle imprese ma non dei consumatori
Il rapporto trimestrale Tankan della Banca del Giappone sulla fiducia delle imprese giapponesi é tornato nuovamente positivo a settembre e si trova ora a +2 punti, dopo che essere crollato nel mese di giugno per le conseguenze del terremoto di marzo. Produzione ed esportazioni sono tornati sui livelli pre-terremoto. Anche le vendite di veicoli nuovi hanno registrato, al netto delle minicar, un rialzo dell'1,7% a settembre (a 313,790 unità). E' il primo increemento in 13 mesi. Sulla base dei dati forniti dall'associazione dei concessionari (Jada) , la filiera produttiva è «in gran parte tornata alla normalità». Resta depressa invece la fiducia dei consumatori come mostra l'indice trimestrale che è sceso a settembre a -62,4 da -52,9 a giugno.

Euro sopra i minimi, rientra la tensione sullo spread
L'euro resta sotto pressione ma è risalito dai minimi della mattinata. Dopo essere scesa fino a 1,331 dollari (1,345 venerdì) minimi da otto mesi e a 102,11 yen (103,66), la divisa europea viene scambiata a 1,334 dolllari e a 102,28 yen, in attesa della riunione a Lussemburgo dei ministri delle Finanze dell'Eurogruppo. I Ministri esamineranno oggi le misure annunciate dalla Grecia e decideranno se staccare la tranche 8 miliardi insieme al Fondo Monetario Internazionale e alla Bce, tentando di scongiurare il fallimento del paese.

E rientra per ora anche la tensione sullo spread tra Btp e Bund decennali che era balzato a 380 punti base ed è ora tornato sui livelli sui livelli stabili dell'apertura attorno a 365 punti, grazie agli interventi della Bce che è tornata sul mercato per acquistare titoli italiani e spagnoli. Il differenziale tra i decennale spagnolo e tedesco oscilla a 323 punti.

Noyer esclude ampliamento fondo salva-stati
Il Governatore della Banca di Francia, Christian Noyer, nel frattempo ha definito «irrealistico» pensare ad un ampliamento del fondo europeo salva-statì. mentre si può discutere l'utilizzo di un "effetto leva" come strumento per contenere il contagio del debito.

Giù il petrolio e l'oro risale
Il greggio Wti scadenza novembre è sceso fino 77,36 dollari il barile al Nynex (-2,3%) per poi risalire a 77,9 dollari, a fronte di rischi di recessione e di una produzione Opec che il mese scorso è tornata sui massimi dal novembre 2008, grazie all'apporto di Iraq e Libia che hanno compensato i tagli sauditi. L'oro intanto, forte del suo stato di bene rifugio, ha ripreso a salire nonostante il balzo del dollaro. Il lingotto spot guadagna 19,14 dollari l'oncia a 1.642 dollari, dopo aver chiuso il mese di settembre con una correzione dell'11%.

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