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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2011 alle ore 06:45.

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Banca Popolare di Milano paga caro il via libera di Credit Mutuel alla fusione tra la Banca di Legnano e la Cassa di Risparmio di Alessandria. Il cda ieri ha deliberato l'acquisizione del 6,49% del gruppo francese nella Legnano. L'operazione costa, però, a Bpm 100 milioni di euro. La valutazione tiene conto di un patrimonio netto da 970 milioni più l'avviamento, per un valore totale superiore a 1,4 miliardi di euro. L'impatto sul Core Tier 1 di Bpm è stimato «modesto» pari a 5 punti base, ma certo l'esborso, alla vigilia dell'aumento di capitale da 800 milioni, non sembra essere indifferente per la banca. Ora l'operazione si concluderà nei prossimi giorni, una volta approvata dal Crédit Industriel et Commercial (Cic) gruppo Credit Mutuel e poi, prima di fine anno, le due controllate saranno fuse nell'ottica di semplificazione del gruppo.

Con questa mossa, Bpm ha ottenuto il via libera dei francesi all'operazione e anche maggiori certezze sulla loro partecipazione alla ricapitalizzazione del gruppo, di cui hanno una partecipazione, frammentata fra diverse società, pari al 4,99%. Dovrebbe, poi, sottoscrivere l'aumento di capitale anche Andrea Bonomi, che attraverso la holding di partecipazioni InvestIndustrial ha già raggiunto il 2,673% del capitale. Per altro, secondo indiscrezioni, gli acquisti di InvestIndustrial sul mercato stanno proseguendo e senz'altro la squadra di Bonomi ieri ha fatto un altro passo verso Bpm con il via libera del cda all'iscrizione a libro soci di Davide Croff e Dante Razzano, entrambi candidati a entrare nel consiglio di gestione con lo stesso Bonomi come presidente e Enzo Chiesa come consigliere delegato. Nel libro soci è stato iscritto, sempre ieri, anche Umberto Bocchino, consulente dell'Associazione Amici della Bpm per il nuovo statuto.

Il titolo ieri in Borsa ha registrato un nuovo scossone con un calo del -5,57% a 1,66 euro, con volumi pari al 3,3% del capitale. D'altra parte la giornata è stata tutt'altro che tranquilla sul fronte delle liste che saranno presentate entro sabato per l'elezione del primo consiglio di sorveglianza della banca il 22 ottobre. Innanzitutto sembra sempre più insanabile la frattura tra i sindacati nazionali del credito e i vertici dei dipendenti soci della Bpm. Ieri le segreterie nazionali di Fabi e Fiba-Cisl hanno confermato che «non appoggeranno alcuna lista che fosse presentata dall'Associazione Amici della Bipiemme in accordo con investitori finanziari». Fabi e Fiba, però, non sembrano intenzionate a presentare una loro lista. L'accordo poteva essere trovato eventualmente con l'associazione dei soci non dipendenti, ma proprio ieri Piero Lonardi ha dichiarato di non essere interessato a presentare una lista comune con i sindacati nazionali, a meno che non sia una lista «veramente» rappresentativa della maggioranza. Oggi, però, potrebbe essere alzato il velo sulla lista dell'Associazione Amici di Bpm, cui avrebbero lavorato anche i rappresentanti della Fabi: stando alle indiscrezioni, resterebbe escluso l'attuale presidente Massimo Ponzellini.

Mentre aumenta la bagarre sulle liste, i vertici di Bpm stanno cercando di fare chiarezza sul documento datato luglio 2010, che stabiliva i criteri di carriera interni. Il cda ha esaminato ieri il dossier e con la direzione generale ha ribadito «fermamente di non essere mai stato a conoscenza dell'esistenza di tale documento». Inoltre la direzione generale ha annunciato di aver avviato «una procedura di verifica interna relativa agli avanzamenti di carriera interni avuti nel corso degli ultimi cinque anni». I risultati della verifica sono attesi prima dell'assemblea del 22 ottobre 2011, ma i consiglieri di minoranza hanno invece chiesto una riunione straordinaria del board per esaminarli già martedì prossimo.
Infine la Bpm ha voluto smentire le indiscrezioni secondo le quali sarebbe in corso un'ispezione della Banca d'Italia presso la Bipiemme. E proprio in Via Nazionale si recherà oggi il presidente Massimo Ponzellini, ma senza il direttore generale Chiesa, mentre si attende il responso di Banca d'Italia sul nuovo statuto Bpm.

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