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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2011 alle ore 08:05.

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Roma. Non è un caso se il taglio del rating dell'Italia, calato di tre gradini dalla "Aa2" alla "A2" con outlook negativo, sia stato annunciato in una settimana priva di aste di BoT e BTp. Il mercato si attendeva il declassamento italiano ma si era preparato a due ipotesi: il calo di un notch con outlook negativo oppure la retrocessione di due notches con prospettive migliorate in stabili. La sforbiciata di tre livelli, con outlook rimasto negativo, è andata ben al di là delle previsioni prevalenti più pessimistiche: e alla vigilia di un'asta avrebbe potuto fare qualche danno, anche solo per l'effetto sorpresa.

Ora il mercato ha tutto il tempo di digerire il rospo: le aste in arrivo sono programmate, come da calendario, la prossima settimana con l'offerta dei BoT e dei BTp. Per il Tesoro, Moody's non scuoterà la routine perché l'appuntamento con il mercato dovrà continuare a dare i risultati ottenuti finora: tutte le aste di quest'anno sono state più che coperte, la domanda ha tenuto anche se a fronte di rendimenti in netta risalita. Nell'ultima offerta di titoli a medio-lungo termine, la Bce non è intervenuta sul secondario né in fase pre-asta né nel dopo-asta: l'emissione ha avuto esito positivo anche senza il sostegno di Francoforte e questo è stato un elemento positivo per recuperare la fiducia degli stranieri.

Moody's però teme che la capacità dell'Italia di rifinanziare il debito tramite il collocamento di titoli a medio-lungo termine sui mercati domestici e internazionali sia compromessa dalla profonda perdita di fiducia degli investitori che si è verificata finora, che andrà ad aumentare nel tempo e che si consoliderà come cambiamento strutturale nell'eurozona. I 200 miliardi di titoli a medio-lungo termine in scadenza nel 2012 accrescono le apprensioni dei valutatori del merito di credito italiano. Ma il Tesoro è abituato a gestire grandi numeri in asta con un debito/Pil che da anni si trova al di sopra della soglia del 100 per cento. L'anno prossimo sarà indubbiamente impegnativo ma il Mef ricorrerà a tutti gli strumenti a disposizione per alleggerire i quantitativi in asta e rendere più flessibile il ricorso al mercato. L'offerta dei BoT dovrebbe continuare con quantitativi ridotti, come è già avvenuto quest'anno, per non gravare sui collocamenti dei titoli a medio-lungo termine.

Tuttavia i declassamenti, soprattutto multipli che, come nel caso dell'Italia, fanno calare il rating dalla fascia della "AA" a quella della "A", non passano però indolori. La regolamentazione dei fondi d'investimento, delle compagnie di assicurazione e di una vasta gamma di investitori istituzionali tiene conto del livello del rating, per distribuire i rischi di credito in portafoglio. Il fatto che l'Italia possa contare al momento su un solo rating doppia "A", la "AA-" di Fitch, non fa stare tranquilli gli investitori che devono rispettare i limiti nell'esposizione dei bond governativi con singola "A". Di steccati a tal fine ne sono stati eretti, nel tempo, anche in Italia: tanto da generare qualche ostacolo di troppo nel collocamento di titoli pubblici italiani sul mercato domestico, soprattutto in un momento in cui la domanda estera stenta. Rivedere le regole che si applicano al mondo dei rating, anche per evitare che i brutti voti in pagella a livello sovrano compromettano in maniera smisurata il già complesso lavoro del collocamento dei titoli di Stato nell'eurozona periferica, potrebbe divenire un obiettivo del Mef nel 2012 al fianco delle maxi-aste.
I. B.

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