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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2011 alle ore 14:26.
«L'Italia non può aspettarsi di essere salvata dall'Europa, anzi è l'Italia che deve salvare l'area dell'euro». Lo afferma il direttore centrale per la ricerca economica e relazioni internazionali della Banca d'Italia, Daniele Franco, in occasione della XLIII Giornata del credito.
«Non ci sono scorciatoie, l'Italia non può attenderai aiuti esterni - continua Franco- non possiamo far conto sugli eurobond. L'economia ristagna e fatichiamo a crescere. La finanza pubblica ha registrato indicazioni positive nel 2010, il saldo è stato migliore delle previsioni».«Anche le indicazioni per il 2011 sono buone» aggiunge, ricordando che «si raggiungerà il 3,9 nel rapporto deficit/Pil».
«Nonostante questo lo spread tra i nostri titoli di stato e i bund tedeschi è ancora troppo elevato. Gli operatori - conclude Franco - ci dicono che il problema è la crescita che ristagna, la pressione fiscale è alta e che non si percepiscono le misure per lo sviluppo».
«Quello che viene percepito dai mercati è che c'è un problema di crescita, un Paese che ristagna - ha aggiunto Franco - L'Italia appare un Paese non compatto ma diviso sulle riforme da fare. Il dibattito politico-economico è confuso e conflittuale, non si percepisce lo sforzo adeguato per rilanciare la crescita».
Galli (Confindustria): «Solo con la crescita si può ridurre lo spread fra titoli italiani e tedeschi»
La visione di Franco è stata condivisa da Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria, per il quale «non possiamo permetterci che l'Italia diventi il punto di rottura dell'euro. Sarebbe una responsabilità gravissima». Nel suo intervento alla "Giornata del credito", Galli ha rilanciato la richiesta delle imprese di puntare sulla crescita sottolineando che solo così si può pensare di ridurre lo spread tra i Bund tedeschi e i Btp italiani. «Noi - ha spiegato Galli - non possiamo permetterci di andare avanti con spread così alti. E' una situazione pericolosa sui mercati finanziari». Una situazione, ha proseguito il direttore generale di Confindustria, che si riflette sulle imprese perché «le banche diventano timorose nel prestare denaro». In questo quadro, ha aggiunto, «bisogna fare qualcosa per la crescita. Gli effetti delle misure per la crescita si vedono nel medio periodo, ma se gli operatori vedono prospettive di crescita del paese, magari gli spread calano».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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