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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2011 alle ore 17:36.

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Fitch, Standard & Poor's, Moody's: le "tre sorelle" che danno i voti a un portafoglio titoli da 30 mila miliardi di dollariFitch, Standard & Poor's, Moody's: le "tre sorelle" che danno i voti a un portafoglio titoli da 30 mila miliardi di dollari

«AA-», «A+», «CCC-», «Aa2», «BAA2», «A-1», «F1+». Nella settimana appena trascorsa, le "tre sorelle" del rating – Fitch, Standard & Poor's e Moody's – hanno dato i voti a banche, debito sovrano, conti pubblici, utility e enti locali italiani. Giudizi che si sono susseguiti in sequenza; e che contengono un messaggio chiaro per l'Italia. Ma anche valutazioni difficili da decifrare, per chi non ha dimestichezza con la "giungla" di sigle scelta dalle agenzie per parlare a paesi e mercati.

Il business del rating. I rating sono giudizi che le agenzie esprimono sulle capacità di un soggetto emittente (azienda o Stato) di ripagare il debito contratto con il mercato. Nel mondo esistono oltre cento agenzie di rating, ma quelle che contano sono solo tre. Standard & Poor's, Moody's e Fitch Ratings: le prime due coprono l'80% del mercato, la terza il 15%. I giudizi che esprimono ogni anno riguardano emissioni per un ammontare superiore a 30mila miliardi di dollari. Hanno entrate da capogiro: Standard & Poor's e Moody's fatturano, in media, circa 8 miliardi di dollari all'anno.

Il sistema dei voti. Le agenzie assegnano un voto espresso attraverso le lettere dell'alfabeto: dalla tripla A (il voto massimo) a scendere fino alla D (default). I livelli intermedi sono numerosi, e in totale le tre agenzie utilizzano un portafoglio di oltre 40 sigle (TABELLA).

I precedenti per l'Italia. Nelle ultime settimane, l'ultima a declassare l'Italia è stata Fitch, che ha preso posizione dopo gli annunci di Standard & Poor's e Moody's. Per il nostro paese non è una novità: esclusi gli ultimi episodi, dal 1995 ad oggi si contano altri 14 casi in cui il rating italiano è stato tagliato o – più raramente – rivisto al rialzo (GRAFICO INTERATTIVO). Di seguito la cronaca dei pronunciamenti più recenti.

Fitch la più "ottimista". Fitch ha annunciato di avere tagliato il rating sul debito dell'Italia da «AA-» ad «A+», con un outlook negativo. L'agenzia di rating con sede a Londra e New York, nasce nel 1913 in America, e negli anni '90 viene acquisita da Fimalac per fondersi con la IBCA Limited. L'ultimo suo giudizio sull'Italia non è il più critico: si riconosce che il Governo ha rafforzato il consolidamento fiscale, ed ha fornito una buona risposta alle richieste della Banca Centrale Europea. Nelle stesse ore in cui declassava l'Italia, Fitch ha tagliato anche il rating della Spagna che passa da «AA+» ad «AA-», con outlook negativo. E confermato il rating del Portogallo, «BBB-», con creditwatch negativo.

Nel mirino di Moody's banche, industrie, enti locali e regioni. Moody's non si è limitata a tagliare la valutazione dell'Italia di tre livelli: da «Aa2» a «A2». L'agenzia di rating ha rivisto al ribasso il giudizio sui principali gruppi italiani, legati - dal punto di vista azionario o per le caratteristiche del business - allo stato. In particolare, ha tagliato il rating di Finmeccanica (da «A3» a «Baa2»), Terna (da «A2» a «A3»), Eni (da «Aa3» a «A1»), Enel (da «A2» a «A3») e Poste Italiane (da «Aa2» a «A2»). Nel mirino di Moody's anche le due principali banche italiane: Intesa Sanpaolo (e la controllata Banca Imi) e UniCredit sono state abbassate da «Aa3» a «A2», mentre é stato confermato il rating di Generali e Allianz Italy.

Moody's ha declassato anche il rating di trenta enti locali italiani. L'outlook è negativo. Nel suo mirino sono finite le province autonome di Trento e Bolzano, la Cassa del Trentino e la Lombardia (al livello «Aa3»). Il rating di questi enti locali resta al di sopra di quello nazionale.

Declassate al livello «A2», lo stesso rating assegnato all'Italia, le regioni Basilicata, Liguria, Marche, Umbria,Toscana, Veneto, le province di Firenze, Milano e Torino, le città di Milano, Venezia, Siena e anche la società Finlombarda. Le regioni Piemonte, Puglia, Sardegna e Sicilia sono state declassate ad «A3»; l'Abruzzo e il Molise a «Baa1»; il Lazio, la Calabria e la Campania a «Baa2». Tagliato il giudizio sullaprovincia di Rieti (ad «A3»); le città di Civitavecchia («Baa1»), Firenze («A3») e Napoli («Baa3»).


Da S&P i giudizi più duri.Il 20 settembre Standard and Poor's ha bocciato la manovra italiana giudicandola poco votata alla crescita, baricentrata su un inasprimento fiscale in un Paese dove le tasse sono già alte. Per questo l'agenzia statunitense ha tagliato il rating dell'Italia da «A+» ad «A».

Standard and Poor's ha inolyte tagliato il rating a sette banche italiane come conseguenza del downgrade del debito sovrano dell'Italia. L'agenzia di rating ha portato la valutazione sul lungo termine da «A+» ad «A», confermando quella sul breve termine ad «A-1», per Mediobanca, Findomestic, Banca Intesa Sanpaolo e le controllate Banca Imi, Biis e Cassa di risparmio di Bologna.

Abbassato anche il rating di Bnl da «AA-/A-1+» ad «A+/A-1», outlook negativo. Il cambio dell'outlook da stabile a negativo colpisce - oltre alle sette banche a cui è stato ridotto il rating - altri otto istituti: Unicredit (e tre sue controllate Unicredit Bank ag, Unicredit Bank Austria e Unicredit Leasing) Banca Fideuram, Agos-Ducato, Istituto per il Credito Sportivo. Tutte banche che avevano già un rating di lungo termine «A» e di breve «A-1». Outlook negativo anche per Cariparma alla quale è stato invece confermato il rating «A+».

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