«La Bce oggi è un po' meno Bundesbank e in futuro dovrà essere più simile alla Federal Reserve americana». Ne è convinto l'economista francese Jean-Paul Fitoussi, professore emerito all'Institut d'Études Politiques di Parigi e docente di economia internazionale alla Luiss di Roma.

Che tipo di eredità lascia il suo connazionale Trichet a Mario Draghi?
Una bella eredità. Nei primi anni, fino al 2007-2008, Trichet ha gestito la politica monetaria in maniera dottrinale, poi è diventato molto pragmatico per salvare l'area euro da una situazione terribile. Si è spinto fin dove era possibile, ha aggirato i Trattati, che assegnano alle Bce l'obiettivo prioritario di salvaguardare la stabilità dei prezzi. Ha adottato misure non convenzionali per preservare la stabilità del sistema finanziario, ha saputo fronteggiare bene le nuove emergenze per la zona euro. È stato criticato, si è consumato un divorzio con i tedeschi, ma l'obiettivo di calmierare l'inflazione, lascito della Bundesbank, è un modello superato. Oggi il controllo dell'inflazione non è un problema.

Serve dunque, a suo avviso, una revisione dei Trattati europei?
Una modifica dei Trattati è assolutamente necessaria, ma richiede parecchi anni. Nell'immediato occorre invece un atteggiamento più pragmatico dei capi di Stato e di governo europei per dare maggiori margini di manovra alla Banca centrale europea. L'Eurotower dovrà avere un ruolo chiave nella ricapitalizzazione del sistema bancario. L'Istituto deve poter intervenire anche sul mercato primario dei titoli di Stato e non solo su quello secondario, come fa la Fed. La crisi in atto non è una crisi dell'euro. La moneta unica è forte, per certi versi fin troppo. Il problema è politico e spetta ai governi intervenire, assegnando nei fatti un nuovo ruolo alla Banca centrale.

Quale sarà il ruolo di Draghi in questo scenario?
Per Draghi sarà una bella sfida. È pragmatico e competente, ha tutte le carte in regola per fare un buon lavoro. I veri uomini si vedono nei momenti di difficoltà. A lui dico: bonne chance.

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