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Questo articolo è stato pubblicato il 12 ottobre 2011 alle ore 20:39.

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La Federal Reserve lascia tutte le opzioni sul tavolo per sostenere l'economia americana. Lo si legge nelle minute della riunione della Fed del 20 e 21 settembre diffuse oggi. I banchieri centrali americani tuttavia non si sono impegnati a decisioni specifiche.
Nella riunione dello scorso mese la Fed ha deciso la cosiddetta "Operazione Twist", l'acquisto di 400 miliardi di dollari di titoli di Stato con scadenza superiore a sei anni e la vendita di un pari ammontare di titoli a scadenza inferiore, per abbassare i tassi di lungo periodo.

Tre dei 10 membri del Fomc hanno votato - emerge dai verbali - contro l'operazione Twist in settembre, ma altri due avrebbero preferito un'azione più forte a sostegno della crescita (come il quantitative easing 3), decidendo però di votare a favore dell'allungamento della scadenza dei titoli di Stato in portafoglio perchè «non esclude ulteriori misure nelle prossime riunioni».

Tra le altre possibilità discusse alla riunione ma poi non adottate c'era l'abbassamento del tasso dello 0,25% che la Fed paga alle banche sui fondi depositati presso la banca centrale. Inoltre due membri volevano una strategia di comunicazione che fosse più chiara su cosa avrebbe potuto spingere la Fed a rialzare i tassi, ritenendo che i mercati finanziari temessero un rialzo troppo presto. L'opinione della maggioranza del board è che l'inflazione rimarrà a livelli non preoccupanti, anche se permane un'incertezza in proposito maggiore del solito. I rischi per la crescita economica rimangono "significativi" ma la Fed prevede un'accelerazione del tasso di crescita nei prossimi trimestri.

I verbali mettono in evidenza come ci sia un ampio dibattito all'interno della banca centrale per cambiare le modalità di comunicazione. «Molti partecipanti hanno indicato che preferirebbero compiere ulteriori passi in avanti per aumentare la trasparenza della politica monetaria, inclusi i suoi obiettivi di lungo termine e i fattori che influenzano le scelte». Questo potrebbe tradursi nel determinare un obiettivo preciso di inflazione da parte della Fed, un'iniziativa sponsorizzata dal presidente Ben Bernanke, e che necessità del sostegno del Congresso.

I rischi di deflazione sono «relativamente bassi» e «il mercato del lavoro resta debole», osserva la Fed, confermando i timori del presidente Barack Obama, che si è visto bloccare in Senato il piano da 447 miliardi di dollari a sostegno del mercato del lavoro. «Non accetterò un no come risposta al piano», mette in evidenza Obama, che invita gli americani a fare pressione sul Congresso, con e-mail e lettere, per favorire l'approvazione. Il piano verrà probabilmente spacchettato in singole misure per favorirne l'approvazione. Il non agire sul progetto di Obama - afferma il segretario al Tesoro Timothy Geithner - rischia di far scivolare l'economia in una nuova
recessione.

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