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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2011 alle ore 22:35.
Nuova stretta sugli spread dei mutui. Dopo l'ondata di settembre è partita una seconda tornata di rincari. A differenza della prima (operata in particolare da banche "tradizionali") questo secondo passaggio riguarda gli istituti di credito storicamente più aggressivi nell'offerta di mutui, come Ing direct o Webank che hanno alzato il tasso da aggiungere a Euribor (mutui variabili) o Euris (mutui fissi) anche oltre il 2 per cento.
Come mai? I costi di raccolta in crescita incidono certamente. Ma questo non è l'unico motivo. Molti istituti utilizzano la leva del rialzo degli spread per defilarsi temporaneamente dal mercato, vuoi perché hanno erogato troppo, vuoi perché attendono schiarite dal mercato interbancario. In ogni caso, a rimetterci sono i nuovi mutuatari. In particolare quelli al guado, ovvero coloro che, dopo aver chiesto un preventivo, attendono adesso il via libera dell'istituto. Il problema è che non è detto che lo spread finale resti quello concordato inizialmente. Dato che molti istituti si riservano di cambiare tasso tra il giorno del preventivo e quello della stipula.
Casa24 Plus ha spulciato tra i contratti delle principali banche (si veda tabella). Emergono tre differenti strategie. La più vantaggiosa (per i mutuatari) pare quella di Cariparma che congela lo spread per 8 mesi dal giorno del preventivo. Anche Ing direct congela nel preventivo una data limite entro cui fa fede lo spread concordato, ma non si hanno indicazioni su quale sia il range temporale.
Bnl e Intesa Sanpaolo offrono al richiedente in fase pre-contrattuale uno spread o tasso finito valido unicamente per le stipule o delibere che avvengono nel mese di preventivazione, ma non permettono di conoscere l'effettivo spread alla data prevista di stipula qualora questa avvenisse in un mese seguente.
«C'è da dire che gli istituti che attuano questa strategia spesso sono disposti a concedere deroghe ai mutuatari che avevano fissato la data di stipula molto a ridosso dell'ultima data di cambio spread», spiega Stefano Rossini di MutuiSupermarket.it. E poi c'è una terza via: «Lo spread finale viene comunicato con il documento di delibera (che solitamente viene ultimato da una settimana a un mese dopo la consegna da parte del cliente della documentazione di mutuo in filiale, ndr). La delibera - conclude Rossini - "congela" lo spread da un minimo di 60 giorni a un massimo di 180 giorni».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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