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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2011 alle ore 09:21.

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LONDRA - Un altro scandalo rischia di abbattersi su Rupert Murdoch trascinando il nome più prestigioso del gruppo in un vortice di sospetti. Non il News of the World, ma il Wall Street Journal nella sua più debole edizione europea, non più telefoni intercettati, ma tirature gonfiate e comportamenti poco etici del management.

Alla vigilia dei board di NewsCorp e in attesa di quello di BskyB che vedranno porre la famiglia Murdoch sotto una pressione senza precedenti da parte degli azionisti, si radica il dubbio sulla reale diffusione del Wsj in Europa. A stracciare il velo – se le accuse saranno confermate – è stato ancora una volta il quotidiano britannico Guardian, lo stesso che per anni s'è battuto denunciando lo "spionaggio" di News of the World fino a travolgere anche Andy Coulson, ex portavoce del premier David Cameron.

La vicenda in questo caso è diversa e del tutto slegata dalle precedenti. Il sospetto è che il Wsj abbia fatto lievitare la propria diffusione di decine di migliaia di esemplari comperando indirettamente copie del giornale. In altre parole il gruppo acquistava sè stesso – secondo l'accusa – attraverso un complesso meccanismo di transazioni con partner esterni. Per questo, secondo il Guardian, si sarebbe dimesso Andrew Langhoff, managing director per le operazioni europee della testa americana che fa capo al gruppo Dow Jones controllato da Murdoch. Accuse che la società rigetta. Kate Dobbin, portavoce della casa editrice, ha precisato che la testata britannica s'è lasciata andare a «false e maligne interpretazioni» negando ogni ipotesi di acquisto di copie proprie, se così si può dire, e giustificando l'addio di Langhoff con comportamenti poco etici da parte del manager. In altre parole l'aver stipulato accordi con società terze che potevano «dare l'impressione che la copertura delle notizie fosse influenzata da esigenze commerciali».

Cliente di Wsj Europe è una società olandese, Elp, che in base alle intese iniziali di sponsorship s'era detto disposta ad acquistare copie a prezzo super scontato da distribuire a studenti impegnati in corsi di leadership in cambio di citazioni sul giornale. Un programma controverso, ma considerato legittimo dall'authority britannica che il Wsj in questi anni ha esteso a numerosi altri partner. Secondo il Guardian il 40% delle 75mila copie che Wall street vende in Europa sono frutto di quelle intese. Un programma che Elp – sempre in base alla ricostruzione del giornale britannico – nel 2010 aveva deciso di rivedere essendo di fatto acquirente del 16% della tiratura europea della testata acquistata a 1 centesimo a copia. Successive intese avrebbero determinato il rischio di interferenze commerciali sulla parte editoriale e creato tensioni.

Per evitare il collasso di accordi che garantivano – per il Guardian, almeno – di tenere alta la diffusione e quindi i numeri da sottoporre agli inserzionisti pubblicitari, il Wall street avrebbe finanziato con complesse transazioni l'acquisto di copie proprie.

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