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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2011 alle ore 06:42.

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MILANO
Il cliente Andrea Bonomi vale 64 milioni per la Banca Popolare di Milano. Sono i crediti che l'istituto ha in essere con la galassia di società collegate all'imprenditore, socio di Piazza Meda con il 2,7%. Prestiti sindacati da altri istituti, quindi indiretti, per il "candidato" Bonomi che vuole comunque fugare i dubbi di potenziali conflitti di interessi impegnandosi a non usare mai Bpm come capofila per nuovi finanziamenti se dall'assemblea di sabato uscisse con in tasca la presidenza del consiglio di gestione.
Polynt, Snai, Inaer: questi - secondo la ricostruzione dell'agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor - i fascicoli più voluminosi che raccontano gli intrecci esistenti tra la banca e il suo nuovo azionista e che quest'ultimo si vedrà passare sul tavolo in caso di vittoria della lista sostenuta dall'Associazione Amici della Bipiemme nell'elezione del nuovo consiglio di sorveglianza chiamato poi a indicare i cinque membri dell'organo di governo. Nelle ambizioni dell'imprenditore, due dei cinque seggi spetteranno a lui e al senior principal di Investindustrial, Dante Razzano.
I fidi disposti verso Polynt, azienda bergamasca della chimica delistata nel 2008, ammontano a 34 milioni e sono i più consistenti ma anche quelli a scadenza più ravvicinata visto che le prime revisioni sono fissate per l'estate prossima: le linee fanno principalmente riferimento a un prestito acceso tre anni fa e per il quale Intesa Sanpaolo ha guidato il pool degli istituti. Erogazioni per una ventina di milioni invece riguardano Snai di cui il veicolo Global Games, detenuto con quote paritetiche da Investindustrial e Palladio Finanziaria, ha rilevato solo quest'anno il 67%. Di minore entità il dossier Inaer, la compagnia spagnola dell'elisoccorso che comprende anche la ex Elilario del gruppo Gemina: l'esposizione verso la società iberica, di cui Bonomi ha il 51% e Kkr il 49%, è limitata a 10 milioni. Nei libri dell'istituto milanese le voci Polynt, Snai e Inaer dunque sommano circa 64 milioni di prestiti e un valore complessivo delle garanzie pari a 106 milioni, mentre "zero" è indicato alla casella di tre delle compagnie più note dell'universo Investindustrial: Ducati, Stroili Oro e Morris Profumi.
Per la verità alla rete di crediti verso l'imprenditore, pronto a salire fino al 9,9% nel capitale dell'istituto cooperativo, andrebbe aggiunta anche Coin. Nei confronti dei magazzini veneti la Popolare di Milano è esposta per quasi 60 milioni, ma in questo caso è la posizione di Bonomi a risultare marginale: la quota nel capitale del retailer è del 4,6% perché l'azionista di riferimento è il private equity Bc Partners.
Con o senza Coin poco cambia. L'esposizione complessiva verso Bonomi è da ritenersi limitata soprattutto se la si rapporta al giro d'affari delle società presenti nel portafoglio Investindustrial pari a circa 5 miliardi. In secondo luogo, fanno notare esperti legali, i fidi in essere - quelli di Snai e Coin sono addirittura precedenti all'investimento del finanziere - sono già regolati e quindi da non considerare delicati per un potenziale presidente dell'organo di gestione. Sotto i riflettori potrebbero invece finire eventuali nuove operazioni, ma ieri è stato lo stesso Bonomi a puntualizzare che le sue partecipate lavoreranno "probabilmente di meno con Bpm" e in ogni caso non utilizzando la banca "mai come capofila" dei finanziamenti. Nei pool infatti è l'istituto leader a trattare le condizioni e poi a sindacare il pacchetto presso altre banche. In qualunque caso comunque, ha inoltre chiarito il direttore generale dell'istituto Enzo Chiesa, si applicherà la normativa prevista e ogni nuovo credito verso Investindustrial «verrebbe regolato come tutti i finanziamenti in potenziale conflitto di interessi e quindi richiederebbe l'unanimità del consiglio di gestione».
Fin qui gli intrecci commerciali, mentre gli incroci azionari si risolvono nel 2,67% di Bpm recentemente acquistato all'imprenditore. La Popolare di Milano infatti non risulta essere tra i sottoscrittori dei fondi Investindustrial che, da ultimo nel 2008, raccolsero un miliardo interamente presso investitori esteri.
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