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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2011 alle ore 09:23.

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«Mi sembra impossibile che qualcuno possa pensare che la ricapitalizzazione venga rinviata. Non ci sono scelte od opzioni, è necessario che parta il 31 ottobre, nel minor tempo possibile. È anche parte delle indicazioni ricevute dalla Vigilanza». Così Matteo Arpe sgombra il campo dalle ipotesi di un rinvio della ricapitalizzazione nel caso in cui, in seguito all'assemblea di domani, la prossima settimana dovesse assumere la guida operativa della Banca Popolare di Milano.

«Si deve partire dal piano di oggi - ha aggiunto a margine della convention che chiude la campagna elettorale della lista guidata da Marcello Messori - la ricapitalizzazione deve partire nei tempi più rapidi possibili, quelli già stabiliti dalla banca. Il piano è quello legato alla ricapitalizzazione», ha concluso.

Inoltre, ha spiegato il banchiere, la ricapitalizzazione e l'aumento «fanno parte delle indicazioni ricevute dalla Vigilanza» della Banca d'Italia.
Indiscrezioni indicavano che in caso di vittoria della lista Messori, cioè quella di Arpe, all'assemblea degli azionisti di domani, il piano industriale messo a punto dalla gestione targata Ponzellini, potesse subire un rallentamento.

La lettera di Arpe alla Uilca: basta con le falsità
Arpe dice basta con le falsità emerse nel corso della campagna elettorale della Bpm e auspica che la dialettica tra le parti torni ad essere più consona al sesto gruppo bancario del Paese.
E lo fa con una lettera aperta indirizzata al segretario generale della Uilca, Massimo Masi, che proprio ieri aveva reso noto il contenuto di un sms che l'ex Ad di Capitalia avrebbe inviato al sindacalista, invitandolo a commissariare un rappresentante interno della Uilca per via del dossier "carriere pilotate". «Nella mia risposta non ho assolutamente sollecitato e neanche citato l'ipotesi di commissariamento - scrive Arpe -. Ho detto invece di ritenere auspicabile, in luogo di querele ai giornali, che ti dissociassi dai firmatari del documento "promozioni politici", in linea con altre organizzazioni sindacali e con quanto ha successivamente fatto lo stesso Consiglio di Amministrazione della Banca. Documento, che ove autentico, presenterebbe profili di dubbia liceità e che, sicuramente, non renderebbe giustizia ai tanti lavoratori della Banca che non beneficiano di tali accordi. Ho concluso il mio messaggio informandoti che non ero interessato alle liste, desiderando solo non essere associato a chi fosse risultato coinvolto in tali deprecabili prassi».

La lettera di Masi (Uilca):
su di noi campagna denigratoria
«Caro Matteo, ricevo con stupore la tua lettera, per i suoi contenuti e per il fatto che non mi sia stata recapitata nei modi d'uso prima di essere divulgata». Questo l'incipit di una lettera aperta che Massimo Masi, segretario generale della Uilca, ha inviato in risposta alla missiva di Arpe. «Non concordo - afferma tra l'altro la lettera di Masi - con la linea intrapresa dalla lista che ti sostiene che richiede l'annullamento dei sindacati interni, come fossero gli unici responsabili di determinate situazioni, poiché chi oggi ti appoggia era chiaramente a conoscenza di quanto avveniva in Bpm e mai ha mosso un dito per risolvere determinate questioni, lasciando la Uilca da sola nell'avanzare istanze di cambiamento».

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