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Questo articolo è stato pubblicato il 21 ottobre 2011 alle ore 21:43.

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Dieci grandi gruppi bancari e assicurativi europei, tra cui gli italiani Mediobanca, Unicredit e Generali, hanno scritto al direttore dell'Efsf, Klaus Regling chiedendo che il fondo salva-Stati venga utilizzato per «assicurare parte dei debiti sovrani» così da permettere ai privati di continuare a investire nei titoli pubblici dell'Eurozona senza incorrere in rischi eccessivi.

Dopo aver lodato «il coraggio politico e l'impegno europeo» da parte di politici e parlamentari dell'Eurozona nel dotare il fondo Salva-stati con «garanzie finanziarie per 726 miliardi di euro», i firmatari della lettera - che includono anche i gruppi tedeschi Deutsche Bank, Commerzbank, Allianz e Munich Re, la francese Axa, la spagnola Banco Popular e Pimco, il più grande gestore di risparmio del mondo - sottolineano che adesso il compito è «quello di utilizzare questi fondi dei contribuenti nel modo migliore al fine di risolvere la crisi del debito sovrano nell'Eurozona».

«Un elemento essenziale di questa soluzione - spiegano - è rendere accessibili a tassi sostenibili i debiti sovrani al finanziamento privato». I firmatari della lettera «credono fortemente che la proposta di permettere all'Efsf di assicurare parte dei debiti sovrani è uno strumento praticabile per assicurare questo risultato».

«La possibilità per l'Efsf di sottoscrivere significative quantità di tale assicurazione senza ulteriori aumenti degli impegni esistenti dovrebbe essere un importante elemento in qualsiasi completo piano del governo europeo di indirizzare la crisi», si legge nella lettera.

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