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Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2011 alle ore 08:15.

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Il primo nodo da sciogliere, anzi da allacciare, è stato quello delle cravatte. Il ferreo protocollo della Società del Giardino, il più antico club di Milano, si è imposto a tutti i partecipanti alla convention di chiusura della campagna elettorale della lista di candidati per il consiglio di sorveglianza di Bpm guidata da Filippo Annunziata e sostenuta dall'Associazione Amici. L'obbligo di cravatta ha ritardato di qualche minuto l'avvio dei lavori, ma l'imbarazzo è stato presto risolto da uomini dell'entourage di Andrea Bonomi, invitato all'evento, che si sono presto procurati fasci di cravatte blu da distribuire all'ingresso. L'incontro ha quindi potuto prendere il via di fronte a una platea di oltre 350 persone, riunite sotto gli stucchi e i lampadari oversize di Palazzo Spinola. Al tavolo dei relatori Annunziata, il presidente degli Amici Alessandro Dall'Asta, i candidati alla vice presidenza del cds, Umberto Bocchino e Giuseppe Coppini, e il direttore generale Enzo Chiesa, oltre naturalmente a Bonomi. Il numero uno di Investindustrial, in predicato di diventare presidente del consiglio di gestione in caso di affermazione della lista in assemblea, ha ribadito che Bpm «non può essere messa a posto da gente esterna» e ha confermato la propria fiducia nel piano industriale messo a punto da Chiesa, che «è fatto bene» e garantisce alla banca «un futuro tranquillo e buonissimo». Chiesa, indicato come futuro consigliere delegato, da parte sua è tornato a sottolineare l'importanza del piano per l'imminente aumento di capitale da 800 milioni: «Il piano l'ho fatto io e mi prendo la responsabilità - ha affermato - Ma se non facciamo l'aumento entro il 31 ottobre, non c'è più la garanzia. Bisogna trovare 800 milioni che è più di quanto il mercato pensa che sia il nostro valore al momento». La parola è passata poi al segretario generale del sindacato Uilca, Massimo Masi, fin lì seduto in prima fila, che si è guadagnato una standing ovation ricordando le ragioni che lo hanno portato ad abbandonare, qualche settimana fa, il progetto di Matteo Arpe per Bpm. Masi, in particolare, ha raccontato della sua «preoccupazione» quando «qualcuno» ha cominciato a proporgli di entrare direttamente, insieme agli altri leader sindacali, nel cds della banca. Un momento particolare ha coinvolto Giorgio Benvenuto, che nei giorni scorsi ha rinunciato alla candidatura nella lista Annunziata per mancanza dei requisiti più stringenti imposti dalla Banca d'Italia per l'ingresso in cds. A chiamarlo in causa è stato in primo luogo Bocchino, che ne ha proposto la candidatura «a presidente onorario». L'ex presidente della commissione Finanze del Senato è poi intervenuto in prima persona, rispondendo ad alcune dichiarazioni di Arpe. Il banchiere già a.d. di Capitalia, ha sottolineato Benvenuto, «dice che bisogna risanare Bpm ripetendo l'esperienza della banca romana. Ma Capitalia era un problema serio, c'era davvero un rischio di fallimento, mentre Bpm non è nelle stesse condizioni, non c'è da risanare ma da sviluppare le potenzialità». «Ci vuole un mix tra rinnovamento e continuità - ha proseguito Benvenuto - e la prova che dico cose sensate è data dal fatto che anche in Banca d'Italia per la successione a Mario Draghi ha prevalso la linea della continuità. Non hanno preso uno da fuori». Il dibattito successivo è stato occasione anche per un velato endorsement da parte dei soci pensionati della Bpm, la cui associazione ha ufficialmente lasciato libertà di coscienza agli iscritti. «La decisione di non schierarsi non è pilatesca - ha detto il presidente onorario Angelo Fedegari - chi ci conosce sa che cosa faremo». Il richiamo conclusivo alle radici e all'identità della banca, che è insieme un auspicio per un'assemblea corretta e tranquilla, è toccato infine a Chiesa. Il manager ha concluso il proprio intervento mostrando alla platea un cartoncino arancione. «Io adesso me lo metto in tasca e domani lo porto in assemblea. Se lo volete ce ne sono altri, potete prenderli così domani potrete guardarli e ricordarvi chi siete». All'uscita, accanto al guardaroba, le hostess salutavano chi se ne andava distribuendo l'insolito distintivo.
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