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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 08:05.

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BRUXELLES. I mercati vivono e si alimentano di anticipazioni. Tanto che l'esito del summit che si terrà oggi a Bruxelles tra i capi di Stato e di Governo è stato già ampiamente scontato dagli analisti delle principali piazze finanziarie europee, almeno nell'impostazione delle tre macro-aree di intervento che sono la ricapitalizzazione delle banche, la Grecia e il potenziamento di compiti e forza d'urto dell'Efsf. Quel che i mercati attendono oggi sono i dettagli sul come e in che tempi le novità verranno realizzate: e c'è da aspettarsi che la delusione sarà tanta se, come è prevedibile, il compito di dare sostanza alle buone intenzioni il vertice lo rinvierà ai prossimi Eurogruppo ed Ecofin.

Come ha ammesso il cancelliere Angela Merkel nella conferenza di domenica scorsa, il diavolo sta nei dettagli: e privo di dettagli il comunicato del Consiglio farà scatenare l'inferno per i titoli periferici.
Sull'immediato, i mercati si illuderanno di vedersi sfornato il Grand Plan: ma leggendo le risoluzioni finali del vertice, il rischio è che non vi troveranno nulla più di una roboante affermazione di volontà politica con qualche punto fermo. Banche, Grecia e fondo salva-Stati sono strettamente interconnessi e fughe in avanti individuali - come avrebbe voluto la Francia sulle sole ricapitalizzazioni concordate dai 27 - non sono state tollerate, ha spiegato ieri una fonte bene informata.

I dettagli che premono al mercato entrano nel vivo della complessità delle soluzioni allo studio, che potrebbero richiedere svariate settimane prima di andare a regime. Il piano di ricapitalizzazione delle banche europee è atteso per poco più di 100 miliardi, da attuarsi entro il giugno 2012, sulla base di un core Tier 1 al 9% (in casi speciali 9,5%) e di un haircut sul debito greco del 50% circa con mark-to-market sui titoli di Stato periferici.

Gli operatori si domandano però se e come l'Efsf sosterrà finanziariamente gli Stati non in grado di fare fronte alla ricapitalizzazione delle proprie banche e come verranno erogati i fondi: su questo deciderà l'Eurogruppo e sarà una delusione. È stato calcolato che al netto degli interventi per Irlanda, Portogallo e Grecia (compreso il secondo pacchetto di quest'ultima) già impegnati, l'Efsf avrebbe 255 miliardi ancora disponibili sul totale dei 440. Una cifra che non basta a ricapitalizzare le banche e al tempo stesso acquistare i titoli di Stato italiani e spagnoli sul secondario.

Anche la crisi del debito greco pare verrà risolta con una "imposizione volontaria" di perdite attorno al 50% per i possessori privati dei titoli di Stato che non avranno più la scelta tra quattro opzioni ma una soltanto, lo swap per dare 100 e avere 50: ma i mercati vorranno sapere se l'haircut sarà di 50 oppure di 60, con quali modalità e tempi. Una perdita così elevata rende la partecipazione "volontaria" molto discutibile e non è escluso che il default possa comunque scattare su credit default swap e rating. Il problema greco non si risolve senza la rete di sicurezza già pronta per ricapitalizzare le banche greche che fallirebbero di sicuro con un haircut a al 50-60 per cento.

Infine, il Consiglio darà un'indicazione di massima sulla potenza di fuoco dell'Efsf aumentata tramite la leva e con l'ausilio di uno special purpose vehicle: una spv che potrebbe essere finanziata dal Fondo monetario, da fondi sovrani o Paesi Bric, oppure dalla raccolta dell'Efsf tramite emissione di commercial paper. Ma il mercato non sarà in grado di quantificare il rischio-Paese senza stabilire con esattezza il tipo di garanzia su perdite parziali dei titoli di Stato: un primo 20% coperto dalle garanzie potrebbe equivalere ad innalzare di 5 volte i 726 miliardi di garanzie a disposizione dell'Efsf (780 miliardi ai quali si sottraggono i 54 miliardi di Grecia, Irlanda e Portogallo). Infine resta da chiarire se le garanzie verranno concesse dietro pagamento di una commissione (come avviene adesso per le garanzie sulle obbligazioni bancarie) e se questo versamento sarà a sua volta finanziato da Efsf o spv. I punti interrogativi a conclusione del vertice potrebbe essere superiori ai punti fermi: con inevitabile allargamento dello spread BTp/Bund. Oggi c'è l'asta dei BoT e CTz da 10,5 miliardi, venerdì quella di BTp e CcT da 8,5 miliardi.

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