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Questo articolo è stato pubblicato il 27 ottobre 2011 alle ore 06:42.

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Prima giornata campale per il neo eletto consiglio di sorveglianza della Banca Popolare di Milano. L'organismo ha affrontato una giornata di intenso lavoro per sciogliere il nodo dell'elezione del consiglio di gestione e la scelta della guida per la banca. La soluzione, che sembra aver accontentato un po' tutti, è un cdg che non esprime un consigliere delegato ma che attribuirà le deleghe all'attuale direttore generale, Enzo Chiesa. Quest'ultimo, quindi, non entra nel cdg come chiesto da Banca d'Italia ma allo stesso tempo potrà continuare a guidare la banca nel cambiamento di governance, nella semplificazione della struttura del gruppo e soprattutto nella ricapitalizzazione da 800 milioni, che partirà, con ogni probabilità, lunedì prossimo. «Resto in Bpm con l'obiettivo di portare a termine con successo l'aumento di capitale della banca e con l'obiettivo di proseguire con determinazione nell'attuazione del piano industriale sul quale ho lavorato sin dall'inizio e nel quale credo fortemente» ha commentato Chiesa in serata, in un colloquio con Radiocor, aggiungendo che «la decisione è il risultato di valutazioni attente nelle quali, in primis, è prevalso il rispetto per la stabilità della banca e il rispetto verso tutti i colleghi che in questi mesi hanno condiviso con me un percorso di cambiamento».
L'esito della giornata, peraltro, non era affatto scontato. Dopo l'elezione del cds sabato scorso, a maggioranza di consiglieri della lista Amici di Bpm, il confronto tra l'istituto e Banca d'Italia è stato intenso per arrivare a una soluzione che fosse conforme alle richieste della vigilanza di avere un cdg composto da persone esterne alla banca e quelle di Bpm di dover affrontare una ricapitalizzazione importante con una continuità rispetto a chi ha elaborato il piano industriale sul quale si basa la ricapitalizzazione. Ieri mattina la soluzione non era ancora stata trovata, tanto che poco prima di pranzo il presidente del cds, Filippo Annunziata, ha sospeso la riunione per recarsi in Mediobanca, capofila del consorzio di garanzia per l'aumento di capitale. Un'ora dopo è arrivato in Piazzetta Cuccia anche Chiesa. All'uscita entrambi avevano un'espressione più distesa che faceva presagire una risoluzione in tempi brevi, scongiurando così l'eventuale slittamento dell'elezione del cgd e quindi della ricapitalizzazione.
Nel pomeriggio, poi, si sono ricomposti tutti i pezzi del puzzle a cominciare dall'elezione del cdg, in cui siederanno il presidente Andrea Bonomi, Dante Razzano, Davide Croff, Alessandro Foti e Claudio De Conto. Bonomi, che ha fondato InvestIndustrial nel 1990, conta esperienze internazionali nel gruppo d'investimenti Saffa Industrial, in Kleinwort Benson a Londra e in Lazard Frères & Co. a New York. Della squadra, poi, fa parte anche Dante Razzano, principal di InvestIndustrial con un passato in banche internazionali: dal 1988 al 1992 è stato managing director di Citibank e ceo della divisione italiana di Citicorp, mentre dal 1992 al 1998 ha guidato Deutsche Morgan Grenfell in Italia ma ha anche diverse esperienze nel settore industriale. Esperienza nel settore bancario anche per Davide Croff (1947), che dopo aver iniziato la carriera in Banca d'Italia e dopo un passaggio nel Gruppo Fiat, a fine degli anni ottanta arriva alla guida di Bnl. Ha, invece, un passato in Lehman Brothers e in Ubs Alessandro Foti (classe 1963), che ha ricoperto l'incarico di a.d. del private equity Euraleo. Infine Claudio De Conto (1962), attualmente è senior advisor di McKinsey, dopo un'intera carriera nel gruppo Pirelli fino a ricoprire posizioni di vertice. Il cds, inoltre, ha nominato i comitati di controllo interno, nomine e remunerazioni.
Il cdg, riunitosi ieri sera, ha invece confermato «l'attualità delle informazioni del Piano Industriale 2011-2013/2015 di Bipiemme, già approvato dal cda» e ha espresso «apprezzamento e fiducia al direttore generale, Enzo Chiesa», rimandando a un prossimo futuro l'elezione di un consigliere delegato. Oggi il cdg tornerà a riunirsi «per determinare, a mercati chiusi, il prezzo delle azioni che saranno collocate in sede di aumento di capitale, il cui avvio è previsto per il prossimo 31 ottobre». Entra, quindi, subito nel vivo l'operatività del consiglio che dovrà guidare la banca nella ricapitalizzazione da 800 milioni suggerita da Banca d'Italia in un momento di mercato certo non facile da affrontare.
Il caso Bpm, paraltro, è stato oggetto anche di un interrogazione parlamentare in commissione Finanze, alla quale è stato risposto che «la Banca d'Italia, tramite la segreteria del Cicr, ha segnalato l'opportunità di un'equilibrata evoluzione degli assetti di governance delle banche popolari». In particolare, Via nazionale «ha rappresentato l'esigenza di un intervento di riforma legislativa in materia, con riferimento sia ai limiti nella partecipazione al capitale di questa categoria di banche, sia a un controllo più efficace dell'operato degli amministratori».
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