Il riassetto in vista del merger

Un'operazione complessivamente market friendly che è stata guidata soprattutto da due operazioni in agenda: la fusione con Chrysler (certa e da perfezionare entro il 2014) e lo spin off/quotazione della Ferrari (possibile, ma smentita dal gruppo). Risponde essenzialmente a questi due obiettivi, oltre che alla necessità di rendere più snello il gruppo e approfittare delle quotazioni di mercato, l'annuncio di semplificazione del capitale di Fiat spa e Fiat Industrial. Un'operazione, la proposta di conversione delle azioni privilegiate e di risparmio in ordinarie per entrambe le società, da tempo attesa, ma che non si tradurrà in una discesa della famiglia Agnelli sotto la soglia dell'opa. Da Exor, la finanziaria del gruppo Agnelli, è arrivato subito l'impegno a mantenere stabile la propria quota in entrambe le società: la partecipazione nel capitale di Fiat e di Fiat Industrial resterà al di sopra della soglia Opa, anche a seguito della conversione. Ma quanto costerà tale impegno? Davvero poco. Guardando gli assetti proprietari attuali ad oggi Exor possiede il 30,4% delle Fiat ordinarie, il 30% circa delle privilegiate e il 2,93% delle risparmio. Ipotizzando una conversione completa la quota degli Agnelli scenderebbe al 28,88%, dunque per mantenere il pacchetto inalterato in questi mesi la finanziaria dovrà acquistare circa 14 milioni di titoli, che agli attuali prezzi di mercato corrispondono a un investimento di circa 70 milioni di euro. Nel caso della Fiat industrial, invece, non sarà necessario alcun acquisto. La finanziaria detiene anche in questo caso oltre il 30% delle ordinarie e delle privilegiate e il 2,93% delle risparmio. Tuttavia in pancia alla Fiat spa c'è un pacchetto del 3,5% delle Fiat Industrial per cui anche post conversione, in virtù di questa partecipazione (eredità dello spin off) non saranno necessari acquisti. Ricapitolando, l'attenzione di Exor si concentrerà solo sulla galassia spa.

Quanto al concambio deciso, l'impressione generale è che sia assolutamente congruo e market friendly, ma non manca qualche protesta. Nel dettaglio per Fiat Spa sarà proposto un rapporto di conversione pari a 0,850 azioni ordinarie per ciascuna azione privilegiata e pari a 0,875 ordinarie per ciascuna azione di risparmio. Per Industrial il rapporto di conversione sarà 0,700 azioni ordinarie per ciascuna azione privilegiata e 0,725 azioni ordinarie per ciascuna azione di risparmio. E per entrambe le società l'esborso complessivo in conseguenza dell'esercizio del diritto di recesso non potrà superare i 100 milioni di euro. Gli analisti fanno notare da un lato che per entrambe le società c'è da considerare che gli attuali azionisti prenderanno il dividendo che per le risparmio e le privilegiate della Fiat spa, per statuto, sono superiori di circa dieci centesimi rispetto alle ordinarie, mentre per le Industrial di circa 5 centesimi. Dall'altro lato, però, gli stessi sottolineano come il concambio deciso per le privilegiate di Fiat spa e quelle di Fiat industrial sia più sfavorevole per quest'ultima a cui sono attribuite 0,70 ordinarie rispetto alle 0,85 ordinarie della spa. Uno sconto dunque del 30% che, secondo quanto si apprende, un gruppo di hedge fund azionista delle Fiat Industrial privilegiate sarebbe pronto a contestare. Tuttavia – si osserva – la conversione è su base volontaria e chi non vorrà partecipare ha un diritto di recesso. Dunque tale malcontento difficilmente potrà tradursi in qualche conquista concreta.

Alla luce di tutte queste osservazioni ieri in Borsa il mercato si è posizionato giocando sugli arbitraggi. Si compravano le privilegiate e si vendevano le ordinarie. Il bilancio in Borsa conferma il trend: su Fiat (-4,98%) hanno prevalso le vendite, con le risparmio in rialzo del 19,35% e le privilegiate in crescita del +17,06%. Più cauta la Fiat Industrial (+0,66%) con le risparmio e le privilegiate (+34,04% e +36,06%) che corrono.

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