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Questo articolo è stato pubblicato il 29 ottobre 2011 alle ore 08:17.
Fiat Industrial non è in vendita ma «è aperta a possibili alleanze» con altri costruttori. Lo ha detto ieri il presidente Sergio Marchionne nel corso della conference call per illustrare alla comunità finanziaria i risultati del 3° trimestre 2011 approvati giovedì dal consiglio d'amministrazione. Marchionne ha detto che l'operazione di accorpamento delle tre categorie di azioni – speculare rispetto a quella di Fiat spa – «non è legata a possibili operazioni straordinarie». Nel caso della "cugina" con cui condivide la sede del Lingotto, invece, lo stesso manager ha ammesso che la semplificazione fa da preludio alla fusione con Chrysler.
I risultati trimestrali annunciati giovedì sono positivi («Nessun cilindro perde colpi» si potrebbe tradurre il titolo della presentazione): aumento dei ricavi da 5,2 a 5,9 miliardi, utile di gestione da 330 a 484 milioni, utile netto salito da 117 a 204 milioni (557 nei primi nove mesi dell'anno). Bene entrambe le principali divisioni del gruppo, ovvero Iveco e Cnh; il margine medio è salito all'8,3% (9,7% per i trattori di Cnh).
Come nel caso di Fiat spa, la previsione di utile di gestione per fine anno è stata rivista al rialzo (da 1,5 a 1,6 miliardi di euro), con ricavi a 24 miliardi; sono stime che Marchionne definisce «prudenti»: per dicembre «ci potrebbe essere una migliore prestazione». Confermata in ogni caso la distribuzione della cedola per il 2011.
Quanto alle prospettive per il 2012, «sono buone e in linea con i target, anche se molto resta da fare». Il primo semestre sarà «debole» per Iveco in Europa, mentre è «più difficile» fare previsioni per la seconda parte dell'anno.
La congiuntura dei veicoli industriali, che è rimasta positiva finora anche in Europa, rischia di risentire del deterioramento del clima economico: il ritmo di crescita del portafoglio ordini di Iveco (+10% nel 3° trimestre) è stato più contenuto che nei trimestri precedenti. Prosegue l'espansione in Brasile, mentre il mercato cinese dei veicoli industriali ha perso colpi (con una lieve riduzione della quota Iveco).
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