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Questo articolo è stato pubblicato il 01 novembre 2011 alle ore 06:42.

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Per il rame la settimana è partita con i prezzi in ribasso intorno a 7.900 dollari per tonnellata. L'euforia per una rapida soluzione dei problemi dell'Eurozona sembra essersi spenta, ma le quotazioni si sono comunque riportate in una fascia di oscillazioni più alta e potrebbe perciò essere aumentata la propensione al rischio in acquisto da parte della speculazione pura. È tuttavia presumibile che ancora una volta i cinesi non rincorrano al rialzo i prezzi, con il risultato di frenare eventuali ulteriori spunti all'insù.
La scorsa settimana la quotazione del rame a tre mesi ha avuto un balzo eccezionale di 1.030 $/tonn, con un guadagno del 14,4%, grazie a frenetiche ricoperture da parte soprattutto di speculatori e commercianti cinesi, che oggi risultano essere stati i più esposti a vendere nei giorni precedenti il collasso a 6.750 $ di un paio di settimane fa. Le ricoperture – ossia il riacquisto delle posizioni in vendita – sono avvenute una volta raggiunti i primi obiettivi di ribasso e il successivo rialzo tecnico ha provocato a sua volta ricoperture anche da parte di altri investitori che, sia pure in misura minore, si erano esposti in vendita, ossia principalmente i Cta (Commodity Trading Advisors) e i fondi guidati dall'analisi tecnica. Tutti questi operatori, posizionandosi improvvisamente all'acquisto, hanno mosso al rialzo i prezzi per centinaia di dollari al giorno.
La fotografia degli eventi evidenzia che l'attività dei giorni scorsi è stata principalmente di natura speculativa e solo in piccola parte dovuta a domanda reale originata dai prezzi relativamente bassi. Gli operatori tradizionali erano rimasti prudenti sino a mercoledì, in attesa dell'ultima riunione dei Paesi dell'Eurozona. Alla notizia dell'accordo, i mercati – compresi quelli dei metalli – avevano reagito proseguendo i rialzi. Gli umori erano poi migliorati con le dichiarazioni del premier cinese Wen Jiabao, interpretate dai più come apertura a un prossimo alleggerimento delle condizioni di credito. Un aiuto è anche venuto dalla pubblicazione del Pil Usa del terzo trimestre a +2,5%, in linea con le attese, ma tale da rendere ottimisti anche per il quarto trimestre, tanto da far affermare agli analisti di Deutsche Bank che l'economia americana appare definitivamente sulla strada della ripresa.
Sul fronte cinese ci sono anche voci apparentemente meno ascoltate dal mercato, come quella del capo economista della Industrial Bank, Lu Zhengwei, secondo cui la lotta all'inflazione resta il principale obiettivo – dunque non ci si devono aspettare crediti più facili – o quella del ministro dell'Industria, Miao Wei, secondo cui la crescita della produzione industriale cinese si ridurrà ulteriormente nei prossimi mesi, restando intorno a un tasso dell'11% annuo anche per tutto il 2012 (in linea comunque con gli obiettivi governativi).
Notizie fondamentali a sostegno del rame vengono intanto dalla dichiarazione dello stato di forza maggiore sulle consegne dalla miniera indonesiana Grasberg e dal calo dalle giacenze di catodi, sia al London Metal Exchange che alla borsa di Shanghai, dove sono scese a 73.768 tonnellate, minimo dall'agosto 2009.
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