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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2011 alle ore 08:09.
Che questi siano tempi eccezionali, i mercati ne hanno avuto prova (ma non ne avevano bisogno) nel corso del G20 di Cannes. I rendimenti dei titoli di Stato di un membro dell'Eurozona, la Grecia, sono schizzati sopra il 100%: il prezzo del GGB agosto 2013, con cedola al 4%, è crollato al punto da rendere un incredibile 102,75 per cento. E l'Italia, Stato membro del G7, è entrata nel club dei Paesi sotto sorveglianza rafforzata dello "staff monitored programme" dell' Fmi, un circolo finora riservato a economie emergenti o in via di sviluppo (Gibuti, Turchia, Mauritania, Libano...).
Era inevitabile che il mercato, all'ennesima conferma che la crisi del debito sovrano europeo abbia raggiunto un nuovo apice di imprevedibilità e rischiosità, ha reagito malamente, mandando in onda nella culla del festival del cinema a Cannes un film dell'orrore per i titoli di Stato italiani, e non solo. Il rendimento dei BoT a 12 mesi sul secondario è lievitato nell'arco della settimana di 90 centesimi svettando venerdì al 5%, mentre i BTp a 3, 5 e 10 anni hanno chiuso ben al di sopra del 6% (rispettivamente il 6,15%, 6,31% e 6,38%). Ma anche per Francia e Belgio è andata male, con il differenziale contro i Bund salito in una settimana di 23 e 41 punti.
Lo spread tra i BTp decennali e i Bund si è portato anche ieri sul massimo storico, quota 462. I BTp in circolazione utilizzati come garanzie collaterali sono stimati pari a 1.000 miliardi di euro e lo spread sopra quota 450 sui Bund terrorizza chi tiene d'occhio il tetto analogo di 450 punti fissato dalla London clearing house sopra un paniere di titoli di Stato "AAA" per i bond come i BTp usati come collaterali per i pronti contro termine.
L'Italia, già sorvegliata speciale dell'Eurogruppo, è stata costretta dai suoi partners europei a richiedere la sorveglianza rafforzata dell'Fmi. Questa notizia avrebbe potuto fornire al mercato un qualche sollievo, perchè i conti pubblici italiani saranno d'ora in avanti certificati da un osservatore autorevole e indipendente, e perchè il programma delle riforme strutturali per la crescita e delle misure correttive per raggiungere il pareggio di bilancio per il 2013 sarà calendarizzato, dettagliato e in qualche misura blindato, a prova di crisi politica. Lo "staff monitored programme" poteva essere interpretato dal mercato come un sostituto al governo tecnico, un binario sul quale potrebbero marciare gli interventi di cui ha bisogno l'Italia anche nel caso in cui il Governo Berlusconi dovesse cadere portando alle elezioni anticipate e non alla formazione di un governo tecnico. Invece il mercato, l'arrivo dei tecnici dell'Fmi in via Venti Settembre l'ha preso male, come fosse l'anticamera del programma con sostegno finanziario del Fondo , da aggiungersi oppure da affiancarsi all'aiuto già operativo della Bce sul secondario dei BTp: come se l'escalation dalla certificazione al commissariamento fosse dietro l'angolo.
E allora sono ricominciati i calcoli di quanto l'Italia richiederebbe, quanto si potrebbe sborsare. Fare i conti in tasca al fabbisogno dell'Italia e alle risorse disponibili sul piatto è un esercizio che impegna giornalmente il mercato ma che lo lascia sempre l'amaro in bocca. Il Fondo monetario ha in cassa attualmente qualcosa come 285 miliardi, mentre i titoli di Stato italiani a medio-lungo termine in scadenza l'anno prossimo sono circa 200 miliardi ai quali si aggiungono per ora un centinaio di miliardi di BoT e una ventina scarsa di miliardi di titoli a medio-lungo termine in asta entro la fine di quest'anno. Il Fondo non potrebbe comunque impegnare l'intera liquidità per un solo Paese: il suo intervento potrebbe arrivare in Italia per via indiretta, tramite le nuove società veicolo SPIV del fondo salva-Stati che però risultano ancora in alto mare. Il direttore dell'Fmi Christine Lagarde subito dopo il G20 è attesa a Mosca e poi a Pechino, forse proprio per raccogliere adesioni internazionali in aiuto all'Eurogruppo tramite l'Efsf: ma dal G20 non è trapelato nulla di veramente concreto. Per questo la conferma da Cannes che l'Italia da sola non si impegna per riconquistare la fiducia dei mercati è stata mal digerita e riflessa nell'ampliamento violento dello spread.
Sui mercati, venerdì sera, circolavano due previsioni all'1 per cento. Gli operatori sperano che entro Natale il tasso Bce sia calato all'1%, perchè la recessione per l'Italia potrebbe essere non proprio tiepida e protratta nel 2012. Dall'altro lato temono che il rendimento dei Bund a dieci anni venga trascinato dalla fuga verso la qualità all'1%, e questo provocherebbe un'impennata dello spread contro BTp che solo un Securities markets programme rafforzato della Bce sarebbe in grado di contenere.
isabella.bufacchi@ilsole24ore.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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