Toyota, prima casa automobilistica giapponese, ha registrato un tonfo dell 72% dell'utile netto nel primo semestre 2011-2012, a causa del crollo delle vendite in Giappone e Stati Uniti, in conseguenze del terremoto dell'11 marzo e del caro-yen. Tra aprile e settembre il gruppo ha registrato un calo del 17% delle sue vendite. Nel trimestre luglio-settembre l'utile operativo si è ridotto del 32% a 75,4 miliardi di yen, giù anche l'utile netto --18,5% a a 80,4 miliardi di yen e il fatturato -5% a 4.570 miliardi di yen.

Toyota ha inoltre annunciato di avere rinunciato a qualsiasi previsione finanziaria per l'intero anno, a causa delle conseguenze ancora imprevedibili delle inondazioni che hanno colpito gli impianti produttivi in Thailandia. A fine marzo aveva stimato di chiudere l'esercizio con un utile di 450 miliardi.

Le inondazioni in Thailandia hanno costretto Toyota a fermare la produzione in tre impianti dal 10 ottobre fino almeno al 12 novembre e la carenza di componenti ha determinato un calo di produzione in altri nove paesi, incluso il Giappone, dove gli impianti stanno ora lavorando al 70-80% della capacità produttiva. In Filippine, Indonesia, Malaysia, Indonesia, Vietnam e Pakistan gli impianti operano al 40%. Negli Stati Uniti al 90%.

Oggi alla borsa di Tokyo, il titolo aveva chiuso, prima dell'annuncio dei dati di bilancio, in calo dell'1,7% a 2.503 yen. Dall'inizio dell'anno ha lasciato sul terreno il 22%.

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