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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2011 alle ore 06:42.

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Fine settimana intenso dalle parti di Piazza Cordusio su piano e aumento di capitale. Il Comitato permanente strategico di UniCredit tornerà a riunirsi domenica in vista del consiglio di amministrazione di lunedì. All'ordine del giorno dei lavori del week end innanzitutto il piano strategico, che sarà portato all'approvazione del board, e le ultime valutazioni sulla ricapitalizzazione dell'istituto.
Se, infatti, sul piano strategico i lavori sono in dirittura d'arrivo per disegnare un gruppo con una semplificazione organizzativa e focalizzato sullle attività commerciali, sul fronte dell'aumento di capitale tutte le valutazioni sono ancora in corso. A partire dal clima sui mercati, dove ieri il titolo UniCredit ha recuperato il 3,92% a 0,7825 euro per azione, dopo aver perso alla vigilia il 6,81 per cento. I volumi degli scambi restano leggermente superiori alla media da inizio anno (359 milioni di azioni scambiate al giorno), come da inizio novembre.

Di mercoledì, peraltro, la notizia che Banca d'Italia ha dato il via libera alla possibilità di considerare solo parte dei 3 miliardi di cashes strumenti di capitale. Secondo le indiscrezioni, non confermate ufficialmente dal gruppo, il parere informale del direttorio di Via Nazionale andrebbe nella direzione di considerare patrimonio primario solo l'80% dell'ammontare, che sarebbe calcolato nel Core Tier 1, mentre il restante 20% sarebbe computato solo nel Tier 1.
Questo, però, non dovrebbe avere alcun impatto sulla decisione dell'ammontare della ricapitalizzazione dell'istituto, che è attesa tra i 7 e gli 8 miliardi a fronte di una capitalizzazione di mercato che ieri era pari a 15,115 miliardi. All'operazione stanno lavorando Mediobanca e Merrill Lynch, in qualità di global coordinator, mentre la ricapitalizzazione avrà come bookrunner Goldman Sachs, Credit Suisse, Hsbc, Deutsche Bank, Ubs, Morgan Stanley e Banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo).

Intanto i soci italiani, cui fa capo circa il 20% del capitale fra azionisti privati e Fondazioni, sta valutando la sottoscrizione dell'aumento per mantenere le attuali partecipazioni nel gruppo guidato da Federico Ghizzoni. In particolare Cariverona, attualmente al 4,2% del capitale, sta valutando la sottoscrizione pro-quota della ricapitalizzazione, sia per mantenere l'aggancio alla banca con un proprio rappresentante in consiglio, sia per mediare l'investimento abbassando il prezzo di carico.
Nella stessa direzione guarda la Fondazione Crt (al 3,3% nell'istituto), che sarebbe addirittura pronta a incrementare il proprio investimento arrotondando la quota fino ad arrivare al 4 per cento. Allo stesso tempo si sta lavorando all'allrgamento della compagine sociale con l'ingresso di nuovi soci, tra cui vengono indicati i fondi sovrani come Qia del Qatar e alcuni fondi sovrani asiatici. Sulle indiscrezioni, però, non ha voluto fare commenti Ghizzoni nei giorni scorsi.

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