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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2011 alle ore 09:24.
Non sono solo le grandi banche francesi (come Credit Agricòle o Bnp Paribas) a vendere i titoli italiani che hanno in portafoglio. Nel corso dell'ultimo trimestre anche l'italiana Ubi Banca ha ulteriormente ridotto di circa mezzo miliardo di euro la sua esposizione nei confronti del debito sovrano dell'Italia, portandola a 7,7 miliardi di euro dagli 8,2 di fine giugno e dai 10,1 del 30 settembre 2010. È quanto emerge dalle slide di presentazione dei conti trimestrali.
Ubi Banca ha chiuso il terzo trimestre del 2011 con un utile «depurato dalle poste non ricorrenti» di 26,4 milioni, in calo del 47,3% rispetto allo stesso periodo del 2010, ma in decisa crescita rispetto ai 5,4 milioni del secondo trimestre 2011. Nei nove mesi, il risultano netto dell'istituto è stato di 182,7 milioni, in flessione del 7,6%. I proventi operativi si sono attestati a 2,5 miliardi (-2%), con margine di interesse a 1,5 miliardi (-1,2%) e commissione nette a 878,6 milioni (+0,8%), mentre gli oneri operativi sono calati del 3,4% a 1,8 miliardi. Il rapporto cost/income è al 70,9%.
Nel solo terzo trimestre i ricavi ricorrenti sono saliti del 2,4% annuo, con margine di interesse a -1,7% e commissioni nette a +10,6% (+2,2%, +4% e -0,9% i confronti con il secondo trimestre 2011). Il risultato della finanza è stato negativo per 23,9 milioni e gli oneri operativi sono calati del 7,1% annuo (-2,4% al netto delle poste non ricorrenti). Le rettifiche su crediti sono state in linea con il terzo trimestre 2010 (+0,8%) e in calo del 14,5% rispetto al secondo trimestre 2011.
Venendo all'esame dei nove mesi, le rettifiche di valore nette per deterioramento crediti sono scese a 398,7 milioni dai 455,7 del 2010. Il conto economico registra un rosso di 124,8 milioni alla voce «utili (perdite) della cessione di investimenti e partecipazioni e rettifiche avviamento», che sconta 126,3 milioni di svalutazione dell'avviamento di Ubi Leasing, Centrobanca e Banca 24/7 «emerse in seguito ai periodici test di impairment eseguiti nel secondo trimestre dell'anno».
Quanto agli aggregati patrimoniali, i crediti verso la clientela si sono attestati a 102,8 miliardi (+1,6% anno su anno), con un +3,7% per la clientela privata, +3,5% sulle aziende 'small business' e +2,8% sulle aziende 'core corporaté delle banche rete. La raccolta diretta totale é di 103,9 miliardi, stabile rispetto a settembre 2010. L'esposizione netta interbancaria é pari a -3,3 miliardi (-3,7 miliardi a settembre 2010 e -2,3 miliardi a dicembre 2010). Nel terzo trimestre del 2011, segnala il gruppo, «vi è stato un uso opportunistico dei finanziamenti settimanali presso la Bce, che a partire da 20 luglio sono oscillati tra i 700 milioni e i 4 miliardi».
Alla data odierna, i finanziamenti presso la Bce ammontano a 3,5 miliardi, di cui 1,5 miliardi con scadenza settimanale e, a partire da novembre 2011, un miliardo a un mese e un miliardo a un anno. Le attività rifinanziabili presso la Banca Centrale ammontano complessivamente, al netto degli haircut, a 7,6 miliardi.
Le previsioni
Quanto alle previsioni per i prossimi mesi , Ubi sottolinea che «il contesto attuale rende estremamente complesso prevedere l'evoluzione della gestione, a causa delle forti incertezze circa la risoluzione delle tensioni sui debiti sovrani e del possibile trasferimento degli effetti della crisi finanziaria sull'economia reale e, in particolare, sulla produzione industriale. Sebbene questa instabilità possa complessivamente avere ripercussioni sia sul livello dei tassi che sull'andamento dei volumi, anche tenendo conto dei nuovi indirizzi regolamentari (in particolare Eba)», Ubi ritiene «ancora ipotizzabile una sostanziale tenuta del margine di interesse e delle commissioni, mentre la componente finanza sarà condizionata dall'evoluzione della situazione politica nazionale e internazionale»,
Cori Tier 1 all'8,6% al netto di un ipotetico dividendo
Alla fine del terzo trimestre Ubi Banca può contare su un coefficiente patrimoniale core tier 1 dell'8,26%, su un tier 1 dell'8,78% e su un total capital ratio del 13,17%. Livelli in lieve crescita rispetto a 8,2%, 8,71% e 13,02% a fine giugno. I coefficienti sono «al netto di un ipotetico dividendo» e quindi prendono in considerazione la distribuzione di una cedola.
Svalutata partecipazione in Intesa Sanpaolo
Nel terzo trimestre Ubi Banca ha svalutato per 109,2 milioni la propria partecipazione in Intesa Sanpaolo. Si tratta di gran lunga della correzione più importante tra quelle complessivamente apportate al portafoglio di titoli disponibili per la vendita (il dato totale è 112,9 milioni). Per i prossimi mesi, Ubi segnala che «a seconda dell'andamento dei mercati, potrebbero verificarsi riprese di valore o ulteriori rettifiche sulla partecipazione in Intesa SanPaolo».
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