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Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2011 alle ore 18:29.

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Sergio Ermotti, classe 1960, da oggi Ceo permanente di Ubs, primo ticinese al vertice della più grande banca svizzera, è un personaggio semisconosciuto al grande pubblico. Fino al suo ingresso in Ubs, circa un anno fa, era poco noto anche nel suo cantone, anche se proprio a Lugano aveva iniziato la sua carriera bancaria a 15 anni, come apprendista alla Corner Bank, seguendo le orme paterne. Prima viene assunto come apprendista, poi diventa operatore di borsa, quindi si appassiona al lavoro, si diploma, si specializza all'università di Oxford e inizia una brillante carriera nelle grandi banche d'affari americane.

«Abbiamo bisogno di manager in grado di affrontare la complessità» ha commentato il presidente di Ubs, Kaspar Villinger, 70 anni, che l'anno prossimo lascerà il suo posto all'ex numero uno della Bundesbank, Axel Weber, 54 anni. Nell'elogiare Ermotti, Villinger lo definisce un manager dotato di carisma, abile nel trattare con la clientela, ma soprattutto «uno svizzero che parla le nostre tre lingue principali e conosce il Paese, anche se ha passato all'estero gran parte della sua vita professionale».

Ermotti nel 1985 si trasferisce a Zurigo presso Citigroup dove si occupa di negoziazione di prodotti equity-linked e dove a soli 25 anni diventa vicepresidente. Nel 1987 approda a Merrill Lynch dove resterà fino al 2005, trasferendosi prima a Londra e poi New York, scalando i vertici e diventando responsabile di tutta l'attività azionaria mondiale.

Nel 2005 il suo ex collega Alessandro Profumolo chiama in Unicredit dove diventa responsabile del settore mercati e investimenti, nonchè del comparto private banking che significa circa 140 miliardi di euro (a fine 2010) di patrimoni in gestione. Fino all'aprile 2010 quando il Ceo di Ubs, Oswald Grübel, gli apre le porte della banca elvetica, nominandolo responsabile dell'area Europa, Medio Oriente e Africa. Il 24 settembre 2011 Ermotti diventa Ceo ad interim di Ubs, in seguito alle dimissioni di Grubel che lascia l'incarico dopo lo scandalo del trader Kweku Adoboli delle sede di Londra che è riuscito a eludere il sistema di sorveglianza della banca creando un buco di 2,3 miliardi di dollari.

Sposato con due figli, appassionato di calcio, tifoso milanista e presidente del Football club Collina d'Oro, soprannominato da alcune testate ticinesi "il George Clooney della banca", Ermotti è il quarto direttore che Ubs cambia in cinque anni, dopo la crisi finanziaria e gli scandali che hanno portato il colosso elvetico quasi al collasso. Sarà Ermotti a illustrare questo giovedì la nuova strategia dell'istituto e come già anticipato, uno dei nodi più importante da sciogliere, è l'orientamento futuro del comparto investment banking.

Grübel era riuscito a frenare l'emorragia di clienti e a riportare la banca in zona utili, ma non a ridimensionare i rischi nell'area investment banking che ha portato pesanti perdite e che dovrà subire un ulteriore netto ridimensionamento. Toccherà quindi ad Ermotti continuare il "lavoro sporco" iniziato dal suo predecessore e ristabilire l'equilibrio tra il ramo dell'investment banking e le altre attività della banca. Ma, soprattutto, rafforzare la reputazione dell'istituto, messa a dura prova in questi anni, presso quella facoltosa clientela privata che ha affidato il proprio patrimonio in gestione.

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