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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2011 alle ore 08:41.

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E' vero che la crisi ha colpito in misura più marcata le unit-linked?
Se la crisi ha graziato le polizze rivalutabili altrettanto non si può dire per le unit linked che sono state travolte in pieno dalla tempesta. Dati alla mano da luglio a oggi solo l'11,62% degli oltre duemila fondi assicurativi monitorati dal Sole-24Ore ha registrato una performance positiva. Ben 2.642 fondi sui (2.978 analizzati) è in rosso, con un risultato medio negativo del 5,14 per cento. Anche sulla più lunga distanza il panorama resta desolante anzi si aggrava: il 91% è in passivo (-7,38% medio) rispetto a inizio anno. Mentre profondo rosso viene realizzato mediamente a 5 anni (-10%). Le unit linked a differenza delle polizze rivalutabili hanno performance direttamente legate all'andamento dei mercati: il rischio è aperto per l'assicurato, salvo ovviamente che si tratti di prodotti con la garanzia alla scadenza.
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Perché le unit-linked sono state a lungo un prodotto di punta nel catalogo delle compagnie?
Dagli anni 2000 le compagnie - anche per diminuire i propri rischi - hanno offerto queste nuove tipologie di contratto non garantito agli assicurati. Le crisi ripetute dei mercati azionari hanno causato notevoli perdite ai risparmiatori che hanno creduto in questo strumento. In particolare negli ultimi anni la nuova raccolta ha privilegiato soprattutto le rivalutabili. Anche nel 2010 la raccolta assicurativa (intesa come nuova produzione vita relativa a polizze individuali e comprensiva dei premi unici aggiuntivi) è stata pari a 1,76 miliardi di euro, con un calo del 13% da inizio anno. Ma se si guarda al solo mese di settembre (l'ultimo disponibile) ci si rende conto di come la crisi, cominciata con l'estate, si sia tradotta in un rallentamento in particolare per le polizze più rischiose: in questo caso, infatti, il calo rispetto al mese di settembre dello scorso anno è del 48% (contro una media di tutto il comparto del -12,5 per cento).
I prodotti esistono e le compagnie hanno voglia di venderli, visto che le unit essendo a rischio aperto per gli assicurati, risultano un ottimo strumento per affontare la Solvency II. D'altro canto ha inciso sulla raccolta anche l'avversione al rischio dei clienti e la più generale ritrosia degli sportelli bancari, impegnati nella frenetica raccolta obbligazionaria, a proporre polizze finanziarie senza contenuti previdenziali e di protezione. La vulnerabilità e l'estrema volatilità di alcuni fondi specializzati è confermata dai dati dei singoli comparti. Tra i più vulnerabili nella fase di crisi c'è il fondo Alico indicizzato italia (-23% da inizio luglio) in buona compagnia del fondo GenertelLife-LVA Azionario Italia Previdenza (23,21). Entrambi penalizzati dalle performance pesanti di Piazza Affari su cui i comparti sono specializzati.
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Quali sono le unit-linked che hanno resistito meglio?
Tra i vincenti ci sono i gestori assicurativi che hanno puntato sui Paesi Emergenti, meno coinvolti nelle beghe di Eurolandia. Il comparto Bcc Vita equity Asia guadagna da inizio anno il 20,41 per cento. Si sono comportati bene anche alcuni fondi di Clerical Medical, specializzati sui bond in yen e sui Gilt britannici (in sterline). Come si può notare nel mondo delle unit la cosiddetta volatilità la fa da padrona. E, nonostante l'abito assicurativo, le unit hanno mostrato, come del resto in passato, di essere prive di rete di protezione. Una caratteristica non sempre chiara a chi vi investe. Come per i fondi comuni vi sono diverse declinazioni di rischio: si va da comparti più tranquilli a comparti più aggressivi. Anche per correggere il tiro nel tempo le compagnie hanno previsto l'utilizzo di comparti garantiti.
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