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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2011 alle ore 07:52.

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dal nostro inviato Alessandro Merli
FRANCOFORTE. Un'asta di titoli di Stato tedeschi decennali ha avuto ieri un risultato che sui mercati è stato definito «disastroso» da più di un operatore e che viene interpretato come un segnale di sfiducia nell'intera zona euro. L'agenzia per il debito pubblico tedesca è riuscita a collocare solo 3,6 miliardi di euro dei 6 che si proponeva di vendere. Anche se non è la prima asta di Bund a soffrire della debolezza della domanda (sei delle ultime otto non hanno coperto l'intero ammontare offerto), la quantità di titoli invenduta, assorbita dalla Bundesbank, che poi li collocherà sul mercato secondario, è senza precedenti recenti. La Banca centrale tipicamente acquista un 20% dei Bund in asta, per utilizzarli poi per le sue operazioni di mercato, mentre in questo caso la percentuale è quasi raddoppiata.

Il rendimento medio è stato dell'1,98 per cento. A questi rendimenti, osservano diversi operatori, gli investitori non sono più interessati. I Bund decennali sono saliti sul secondario sopra il 2% e hanno ora uno spread positivo di 21 punti base sui Treasuries americani e per la prima volta dalla primavera del 2009 offrono un rendimento superiore a quello dei titoli di Stato inglesi. Anche il costo di assicurarsi contro un default del debito tedesco attraverso i Cds è salito dopo l'asta del 2% circa, superando quello della Gran Bretagna. Tutte indicazioni che i flussi di investimento in cerca di un rifugio dalla crisi della periferia dell'Eurozona, che si sono indirizzati fino a poco tempo fa verso la Germania, stanno ora scegliendo emittenti fuori dall'Unione monetaria, nella convinzione che la crisi stia ormai minacciando il cuore dell'area dell'euro e la sopravvivenza stessa dell'Unione monetaria. Altri si sono interrogati sull'impatto che avrebbe sul debito tedesco l'enmissione di eurobond, che comporterebbe la parziale assunzione di responsabilità da parte della Germania per il debito di altri e un aumento del costo del debito tedesco.

I responsabili del debito pubblico tedesco hanno attribuito il pessimo esito dell'asta al nervosismo dei mercati. La Germania non ha ovviamente alcun problema di finanziamento, grazie al recente aumento delle entrate fiscali. Martin Blessing, presidente di Commerzbank, ha parlato di «sciopero dei compratori» sui titoli pubblici dell'Eurozona. «È evidente che c'è una pressione al rialzo sui rendimenti tedeschi - ha detto David Beers, dell'agenzia di rating Standard and Poor's - e questo potrebbe modificare la percezione della crisi in Germania».

Anche sul fronte economico, è ormai evidente che la brusca frenata dell'attività nel resto dell'Eurozona sta contagiando l'andamento dell'economia tedesca. Il calo degli ordini all'industria per il mese di ottobre è stato meno marcato che in Italia, ma comunque molto negativo. Per la zona euro nel suo complesso, l'Institute of International Finance, che raggruppa le grandi banche globali, ha pubblicato ieri una previsione nuovamente rivista al ribasso, dopo il taglio alle stime del mese scorso, e che indica ora una contrazione dell'1% nel 2012. Il trimestre in corso e il primo trimestre dell'anno prossimo segneranno una crescita negativa del 2%, secondo l'Iif.

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