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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2011 alle ore 09:33.
LONDRA - I listini alternativi crescono. E soprattutto si fondono a differenza dei deal ancora sospesi che riguardano le borse di più antica origine. L'americana Bats Global Markets ha ottenuto, infatti, il via libera per la fusione con Chi-X, la maggior piattaforma per il trading paneuropeo. Un'operazione annunciata a febbraio, bloccata a giugno dall'antitrust, sdoganata solo ieri con il via libera delle autorità di sorveglianza.
Bats pagherà Chi-X 300 milioni di dollari circa in un deal amichevole che consolida il primato del gruppo che verrà sul trading azionario paneuropeo. Insieme le due società controlleranno il 24,9 % del mercato europeo lasciandosi alle spalle Lse Group che ha il 24,1% del business attraverso il listino londinese, quello milanese e Turquoise, la piattaforma alternativa simile a Chi-X. Se si considera il Ftse 100 Lse è ancora di gran lunga il maggiore player nonostante la neonata società - si chiamerà Bats-Chi-X - controlli il 40% degli scambi del top indice britannico.
Nel terzo trimestre dell'anno Chi-X ha trattato azioni per 546 miliardi che equivalgono a un quinto del totale del mercato paneuropeo, mentre Bats Europe con una quota del 5,5 si è fermato a 154 miliardi. Il primato dei due listini alternativi combinati, è però destinato a durare poco. Se, infatti, andrà in porto l'atteso merger di Deutsche Börse e Nyse-Euronext la palma di piattaforma paneuropea numero uno andrà a loro con un quarto abbondante degli scambi continentali.
In attesa di allora le due società immaginano scenari futuri come quelli tracciati da Joe Ratterman, ceo di Bats Global markets, secondo cui le sinergie della nuova realtà «creano un concorrente formidabile capace di grande efficienza». E, probabilmente, prossimo a quotarsi. Da mesi sono state avviate le operazioni per un'Ipo che la procedura britannica di approvazione della fusione ha rallentato, ora che il matrimonio può farsi e lo sbarco in Borsa (listino di casa ovviamente) appare scenario imminente. Molto più complessa sembra, invece, la prospettiva di crescita in un settore che è ormai altamente competitivo e con ritorni ridotti, rispetto al passato, a causa dell'abbattimento delle fee a carico delle società.
Una dinamica che va nel segno sollecitato nel 2007 dalle autorità europee che vollero aprire alla concorrenza un settore dominato dagli Stock Exchange nazionali. Misure che sono all'origine sia della gran voglia di fusioni che continua a scuotere il settore, sia della formazione di nuove piattaforme alternative. Chi- X è stata particolarmente aggressiva nella politica tariffaria ed efficiente nella scelta della tecnologia, rapidissima, per gli scambi, affermandosi come primo fra i nuovi player del settore. Uscito di scena Turquoise, finito sotto l'ala di Lse Group, e con la prospettiva dell'arrivo di Deutsche - NyseEuronext, la fusione Bats- Chi-X appariva da tempo inevitabile.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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