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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2011 alle ore 08:14.
ROMA - Il calendario delle aste non si tocca. Cancellare un'emissione programmata da tempo sul mercato primario dei titoli di Stato è considerato un segno di grande debolezza, di cedimento di fronte alle pressioni degli investitori, di ammissione delle difficoltà di rifinanziamento, a tassi adeguati, da parte di uno Stato sovrano. È questa la regola non scritta applicata con rigore dal Tesoro italiano e da molte agenzie del debito pubblico europee.
Tant'è che in meno di una settimana - entro il primo dicembre - nonostante l'acuirsi della crisi dell'euro, piaccia o non piaccia la comunità finanziaria sarà chiamata ad assorbire una grande quantità (25-30 miliardi circa) di bond governativi: oggi l'Italia con BoT e CTz per 10 miliardi, lunedì di nuovo l'Italia assieme al Belgio per altri 1,5-2 miliardi, martedì nuovamente l'Italia con tre BTp tra 5 e 8 miliardi. A seguire, il primo dicembre la Spagna intende collocare nuovi Bonos triennali mentre dalla Francia sono attese emissioni di BTan e OaT (di solito 7-8 miliardi) per la raccolta 2012.
Dopo l'esito molto deludente dell'asta dei Bund tedeschi, considerati il bene rifugio per eccellenza nell'Eurozona, nulla può essere oramai dato per scontato sul mercato primario, mentre il secondario è divenuto un vero e proprio campo di battaglia: ieri i titoli di Stato tedeschi scadenza marzo 2012 hanno temporaneamente registrato rendimenti negativi, ha evidenziato nella sua nota Riccardo Barbieri, chief European economist di Mizuho international. Ma intanto sulle scadenze più lunghe, anche i titoli tedeschi sono ora colpiti dalle vendite, specialmente quelle asiatiche. I rendimenti dei titoli italiani su tutte le scadenze ieri hanno continuato a portarsi ben oltre il 7%, con punte sul triennale vicine all'8 per cento.
Quattro Stati nei prossimi giorni tuttavia hanno deciso di competere tra di loro per attingere da quel bacino di investitori e banche che si sta restringendo rapidamente con l'avvicinarsi del fine anno. A partire da oggi, due Stati periferici (Italia e Spagna), e due Paesi con merito di credito traballante (Belgio e Francia) collocheranno i propri titoli in diretta concorrenza.
Nei giorni scorsi c'era anche stato chi aveva sperato fino all'ultimo nella rinuncia da parte del Tesoro italiano di emettere nel pieno della turbolenza un nuovo BTp triennale con il rischio di assegnarlo a un rendimento superiore al BTp decennale in offerta lo stesso giorno. Ma il Mef ha preferito cancellare l'offerta dei CcT indicizzati all'Euribor (un certificato che non ha mai entusiasmato la domanda estera e italiana), e concentrarsi sui BTp. L'asta italiana a medio-lungo termine di martedì, stando agli addetti ai lavori, potrebbe essere indebolita dall'arrivo dei nuovi Bonos triennali il giovedì successivo. In quanto al Belgio, sebbene siano calendarizzati Olos in offerta su scadenze extra-lunghe fino a 30 anni lunedì prossimo, resta da vedere cosa accadrà effettivamente: i problemi del salvataggio di Dexia e della formazione di un Governo forte hanno messo sotto pressione i titoli di Stato belgi questa settimana, con lo spread tra gli Olos e i Bund a livelli record.
Il mercato si attende infine conferme dell'ultim'ora anche dalla Francia. L'agenzia del debito francese ha terminato il programma di raccolta del 2011 e le aste questo dicembre verranno utilizzate per anticipare la raccolta 2012. Una maxi-offerta di titoli a medio-lungo termine la prossima settimana potrebbe però non essere molto opportuna, nel caso in cui i rendimenti dovessero continuare a salire allargando lo spread contro i Bund. Secondo alcuni operatori, mentre la cancellazione di un'asta italiana o spagnola potrebbe essere male interpretata dal mercato, come segnale di estrema debolezza, nel caso della Francia invece sarebbe addirittura un sollievo perchè non drenerebbe liquidità in un momento in cui sul mercato ce n'è estremo bisogno.
I. B.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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