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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2011 alle ore 08:19.
MILANO - La nomina di Enrico Cucchiani al vertice di Intesa Sanpaolo ha visto come sponsor ufficiale il presidente del consiglio di sorveglianza Giovanni Bazoli. Le Fondazioni azioniste, eccetto la Cariplo di Giuseppe Guzzetti tradizionalmente allineato a Bazoli, caldeggiavano un avvicendamento interno con la promozione del direttore generale vicario Marco Morelli, ma hanno dovuto prendere atto della decisione del Professore e accettare la scelta «esterna» al gruppo bancario.
I timori sulla «nuova gestione» Cucchiani però restano. Soprattutto uno: cosa farà il nuovo consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, manterrà le promesse dell'ex numero uno di Ca' De Sass Corrado Passera sulla distribuzione del dividendo? O chiederà ai soci un «sacrificio» per quest'anno?
Passera, poco prima di annunciare il passaggio al Governo Monti, ha dato un messaggio preciso: «La nostra solidità patrimoniale è tra le più forti in Europa. Possiamo confermare la politica di dividendo», ha rassicurato il banchiere nelle vecchie vesti di consigliere delegato della banca, in occasione della trimestrale. Dichiarazioni, a questo punto, che rischiano di essere rimesse in discussione.
Il tema sarà affrontato ufficialmente in primavera, ma i soci chiederanno probabilmente delle rassicurazioni sulla questione della cedola molto prima. E solo allora si capirà se la «discontinuità» nella gestione andrà a colpire la remunerazione degli azionisti. In altre parole, il timore delle Fondazioni, è che Cucchiani, alla luce della difficile situazione di crisi mondiale possa non condividere l'opportunità di distribuire la cedola agli azionisti. Ipotizzando un dividendo in linea con lo scorso anno, dunque di 0,08 euro, il risparmio in caso di mancata distribuzione sarebbe nell'ordine di 1,3 miliardi che si traducono in un beneficio in termini di capitale (e in assenza di perdite) di 40 bp.
Risorse che, non conoscendo bene la banca e considerando che ora la gestione è sotto la sua responsabilità, il numero uno di Allianz potrebbe preferire «trattenere» nell'istituto di via Monte di Pietà in vista di periodi assai complicati piuttosto di accontentare le Fondazioni. Difficile, invece, osservano negli ambienti finanziari, che Cucchiani, sulla cui indicazione avrebbe avuto un ruolo chiave anche Passera, proceda con una pulizia di bilancio aggressiva che vada a toccare la vecchia gestione del neo ministro dello Sviluppo Economico, come per esempio la svalutazione di asset come Carifirenze acquistata poco prima dello scoppio della crisi. Ma una revisione della politica di dividendi - si osserva - a questo punto probabilmente potrebbe essere valutata.
Mar. Man.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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