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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2011 alle ore 11:01.

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Le maggiori banche al mondo si preparano a quello che, fino a poco tempo fa, sembrava impensabile: la disintegrazione dell'area euro. Lo riporta il New York Times, sottolineando che molti istituti di credito, quali Merrill Lynch, Barclays Capital e Nomura hanno pubblicato decine di rapporti in settimana nei quali esaminano questa eventualità. Secondo un sondaggio di Barclays Capital su 1.000 clienti, la metà delle banche ritiene che almeno un paese lascerà l'area euro, il 35% che sarà solo la Grecia e uno su 20 che tutti i paesi della periferia dell'Europa usciranno il prossimo anno.

Nel Regno Unito, Royal Bank of Scotland mette a punto piani di emergenza nel caso in cui l'impensabile diventi realtà. Negli Stati Uniti le autorità di regolamentazione spingono le banche, fra le quali Citigroup, a ridurre la loro esposizione verso l'area euro. La stessa operazione, con un monitoraggio dell'esposizione delle banche, starebbero attuando in Asia le autorità di Hong Kong.

In Germania, Tui, il gigante del turismo tedesco, ha di recente spedito una lettera alle catene alberghiere della Grecia chiedendo che i contratti vengano rinegoziati in dracme per tutelarli da eventuali perdite se la Grecia uscisse dall'euro.

A fronte dell'allarme oltraoceano, in Francia e in Italia, invece, «le banche non stanno mettendo a punto piani di emergenza perchè hanno concluso che una disintegrazione dell'area euro è impossibile» evidenzia il New York Times, «anche se banche come Bnp Paribas, Societe Generale, Unicredit e altre hanno scaricato nel recente periodo decine di miliardi di debito sovrano, il pensiero è che ci sono pochi motivi per fare di più».».

Dopo quello che si è visto questa settimana, il crollo dell'eurozona sembra a portata di mano. In particolare perchè, con il flop dell'asta dei Bund, la crisi del debito sovrano ha minacciato di investire la stessa Germania, pilastro della stabilità europea. Ieri, inoltre, Standard & Poor`s ha tagliato il rating del Belgio evidenziandone l'impossibilità di ridurre in tempi rapidi il fardello del debito. Le agenzie di rating hanno avvertito che la Francia potrebbe perdere la sua tripla A e giovedì scorso hanno abbassato i rating di Portogallo e Ungheria a livello spazzatura.

Vaciago: fantascienza monetaria
«Il New York Times non spaventi il prossimo» e se è vero che «non ho mai visto una crisi così grave, seria, che da anni va avanti producendo milioni di disoccupati, allora prendiamo in mano i problemi concreti e diciamo basta alla fantascienza monetaria». Così l'economista Giacomo Vaciago, liquida l'ipotesi di un probabile crollo della moneta unica e spiega: «Dall'euro esci comprando dollari, yen sterline, questo è il termometro». Il vero punto su cui agire in fretta è la crescita.

Il battesimo del governo Monti
Da New York a Londra, oggi la stampa anglosassone oggi non ci risparmia nulla. Critico e caustico arriva anche il commento del Financial Times sull'Italia e sul «battesimo di fuoco del premier Mario Monti: mentre tutti aspettano di sapere dove cadrà la scure di bilancio, non c'è ancora chiarezza sulle misure di emergenza pianificate».

Le manovre di bilancio di Monti «sono avvolte nella nebbia» e «gli italiani che hanno riposto fiducia in lui stanno diventando un pò nervosi», scrive il quotidiano economico britannico, citando il comunicato ufficiale del Consiglio dei ministri che «ha fatto poco per aumentare la fiducia». E ricorda ironicamente che «in cima all'agenda dell'atteso cdm c'è stata la discussione di accordi bilaterali con le Mauritius e le Isole Cook e una legge per fermare dannosi sistemi antivegetativi sulle barche, i cui effetti prevedono la crescita di organi genitali maschili sulle conchiglie di mare».

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