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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 06:43.
La chiusura della privatizzazione di Tirrenia slitta almeno a gennaio, a causa dell'indagine dell'Antitrust europeo, e le banche chiedono di rivedere le condizioni dell'accordo di finanziamento sul prestito da circa 200 milioni di euro con il gruppo di acquirenti: Gianluigi Aponte, presidente del gruppo armatoriale Msc, Vincenzo Onorato e Manuel Grimaldi, gli altri due armatori napoletani suoi soci nella cordata Cin (Compagnia italiana di Navigazione).
In gioco ci sono, appunto, i 200 milioni di euro di finanziamento bancario dell'operazione, che devono essere corrisposti da un pool di istituti: fra i quali UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps e Banco Popolare. La cifra dovrebbe essere corrisposta in due tranche: una subito e l'altra successivamente. Tuttavia il closing dell'operazione è stato ritardato dall'intervento dell'Antitrust europeo che sulla cessione di Tirrenia ha aperto un'indagine. Proprio in questi giorni sarebbero in corso trattative per concedere ed estendere il prestito che è stato nelle scorse settimane garantito da tutte le banche coinvolte: ma le discussioni verterebbero ora sul tasso d'interesse richiesto dalle banche per la concessione, che alla luce dell'attuale situazione dei mercati finanziari e della corsa dello spread, sarebbe diventato più caro per gli armatori. In particolare, avrebbe avuto un impatto determinante il ritardo dell'operazione, che è slittata a gennaio proprio per l'intervento dell'autorità europea che vigila sulla concentrazione di mercato.
Quindi le banche e gli armatori, partecipanti alla cordata Compagnia italiana di Navigazione, stanno rivedendo la struttura, anche economica, dell'operazione. In pratica gli acquirenti dovranno pagare più caro il denaro preso a prestito. L'aspettativa è di arrivare a una conclusione dell'operazione nelle prossime settimane con un'estensione del prestito. Anzi, in questi giorni sarebbe prevista una riunione decisiva per la concessione del finanziamento.
L'esito delle discussioni è strettamente collegato alla decisione che prenderà la Commissione europea sugli aiuti di stato per le società del gruppo Tirrenia (oltre alla capogruppo anche Caremar, Saremar, Siremar e Toremar). L'indagine riguarda anche il metodo scelto dall'Italia per privatizzare Tirrenia e Siremar.
I riflettori di Bruxelles sono puntati inoltre sulle compensazioni versate dal 2009 alle società del gruppo per i servizi di interesse economico generale e ai finanziamenti pubblici erogati mentre era in atto la procedura di privatizzazione. La fine dell'indagine sarebbe attesa con il nuovo anno.
La cordata Aponte-Onorato-Grimaldi si è aggiudicata Tirrenia al termine del processo di privatizzazione grazie a un'offerta da 200 milioni a cui si aggiungeranno tre rate da 60 milioni ciascuna da pagare all'ottenimento dei contributi pubblici pari a 72 milioni anni per un periodo di otto anni: per complessivi 380 milioni di euro.
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