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Questo articolo è stato pubblicato il 02 dicembre 2011 alle ore 10:46.
Come deve muoversi il piccolo risparmiatore
Le convertibili hanno più di un lato positivo, ma sono anche strumenti piuttosto complessi da utilizzare e quindi piuttosto rischiosi. Sono adatti a chi vuole provare a restare in contatto con i mercati azionari, pur volendo cautelarsi con la componente obbligazionaria. Ma in generale sono strumenti che ben si addicono a chi ha un profilo di rischio abbastanza significativo.
In ogni caso se non si è un investitore qualificato o professionale il suggerimento è di ricorrervi sottoscrivendo con fondi comuni specializzati.
A chi è alla ricerca di una soluzione con la quale diversificare il proprio giardinetto di fondi, gli esperti consigliano non più del 5/10% del portafoglio per un profilo di rischio medio.
Per affrontare questi strumenti bisogna avere grandi cautele, visti i rischi elevati. L'opzione azionaria delle convertibili fa sì che i pagamenti delle cedole siano, in media, inferiori rispetto ai prodotti classici a reddito fisso.
Inoltre possono sempre capitare cali paralleli del mercato obbligazionario e di quello azionario, che rendono svantaggiosa la conversione in azioni del titolo.
E poi per il piccolo risparmiatore è difficile analizzare l'andamento dell'azione sottostante una convertibile e il grado di rischio. Non è un caso che i maggiori acquirenti di questo tipo di prodotto sono investitori professionali e specializzati. Ecco perché il suggerimento è di farlo con fondi comuni, affidando quindi ad un esperto la selezione delle obbligazioni sottostanti. Nell'ultimo anno il migliore di quelli collocati in Italia è stato Ing Direct Convertible Arancio che negli ultimi tre mesi ha dato un rendimento del 3,82% e nell'ultimo anno del -2,86%, seguito da Man Convertibles America con rispettivamente una performance del 6,03% del -3,25%.
Al solito, le sottoscrizioni online permettono di ottenere sconti in termini di commissioni.
BASSO- MEDIO - ALTO
Come misurare il peso azionario?
L'esposizione al mercato azionario è chiamata, in termini tecnici, delta. Chi seleziona i titoli può variarla in aumento o diminuzione inserendo in portafoglio convertibili con esposizione più o meno elevata. Un delta superiore al 60% rappresenta una esposizione alle borse piuttosto elevata, se è pari al 100% significa che il portafoglio in esame si comporta come un azionario, se invece è del 20% o meno il portafoglio in esame è sostanzialmente paragonabile ad un obbligazionario tradizionale. Il rischio del titolo dipende dal merito di credito dell'emittente e dal peso della componente derivata. Se il prezzo è sopra la pari, l'investitore è esposto al rischio di perdita.
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©RIPRODUZIONE RISERVATA
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