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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2011 alle ore 06:42.

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Il gruppo Gavio prova a sparigliare le carte. Dopo mesi di messaggi trasversali, ieri Argo Finanziaria ha presentato formalmente un'offerta per rilevare le quote di Igli, la cassaforte che ha il 29,8% di Impregilo, in mano ad Atlantia e al gruppo Ligresti. Una proposta a lungo meditata e maturata verso la fine della scorsa settimana per arrivare sul tavolo dei soci nella mattinata di ieri. A quanto appreso, l'offerta sarebbe a premio sulle quotazioni del general contractor: si vocifera di un prezzo vicino ai 3 euro a titolo contro i 2,33 euro della chiusura di ieri (+1,84%) per una cifra complessiva stimabile in oltre 220 milioni di euro. Ma soprattutto pare che la proposta preveda una sorta di clausola di earn out, il che comporterebbe in caso di forte ascesa del titolo Impregilo una compensazione a quei soci che accetterebbero oggi di mettere la propria quota sul tavolo. Al di là delle condizioni proprio il tenore della risposta degli altri due azionisti sarà la chiave di volta per il futuro del colosso delle costruzioni.
La risposta dei soci
Allo stato sia Atlantia che Immobiliare Fondiaria Sai e Immobiliare Milano Assicurazioni hanno recepito la proposta. E, almeno da parte del fronte Ligresti, sembra esserci interesse. Per converso Atlantia ha scelto il basso profilo. Il gruppo autostradale fino ad oggi non aveva mai preso seriamente in considerazione la possibilità di cedere la quota, non si è mai sentito venditore né ha mai sollecitato una qualche offerta. Certo a un giusto prezzo, potrebbe considerarlo. Tuttavia, in pancia al gruppo di costruzioni ci sono una serie di asset, ossia le concessioni autostradali sudamericane, assai appetibili per la compagnia guidata da Giovanni Castellucci e rinunciarvi ora potrebbe non essere nelle corde del manager. Che fare? Non accettare e magari rischiare di restare in minoranza se Fondiaria Sai dovesse decidere di dire sì alla proposta? Oppure "rilanciare", magari con il supporto del gruppo Salini che ha acquistato l'8% della società e che con i Benetton condivide un punto di riferimento chiave, ossia l'avvocato Roberto Cera? Tanto più che in vista della scadenza del patto di sindacato Igli (luglio 2012) il tandem Benetton-Salini potrebbe pesare direttamente in Impregilo quasi quanto Gavio. Resta, in ultima analisi, anche una terza via, quella di un accordo con Beniamino Gavio per dividersi il pacchetto dei Ligresti oppure per studiare una governance congiunta che punti ad avviare il processo di valorizzazione dei singoli business del general contractor. I prossimi giorni serviranno probabilmente a chiarire quali di questi tre scenari emergerà. Di certo in casa Atlantia non sembrano avere fretta, a differenza di quanto sta accadendo in FonSai dove si stanno già facendo serie valutazioni sul documento fatto recapitare, tanto che la compagnia ne discuterà in occasione del consiglio convocato per il prossimo 20 dicembre. D'altra parte, si sa che la filiera che fa capo all'Ingegner Ligresti si sta impegnando per fare cassa valorizzando gli asset ritenuti non più strategici. Tanto più ora che Salvatore Ligresti è concentrato sulla ristrutturazione del debito delle holding personali.
Il vertice per Sinergia-Imco
Giusto ieri si è tenuto un primo incontro interlocutorio tra l'advisor Leonardo & co e le banche creditrici. Il summit si è concluso con l'impegno a reincontrarsi il 19 dicembre dopo che gli istituti, UniCredit in testa, avranno terminato di valutare il corposo dossier preparato dal consulente dell'Ingegnere. Nel documento, a quanto risulta, Leonardo ha tracciato uno scenario per certi versi cupo: se da qui al 2014 non verrà ceduto alcun asset si creerà un deficit di cassa di 55 milioni; se invece si riuscisse a cedere qualche piccolo asset immobiliare (per un incasso stimato attorno ai 43 milioni, escluso evidentemente la dismissione del Cerba e della Tenuta Cesarina) il deficit sarebbe di almeno 12,5 milioni. Quest'ultima cifra, salvo che le banche non decidano di rivalersi sugli immobili, è il minimo che gli istituti dovranno mettere a disposizione del sistema holding.
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