«Caro Andrea, gli studi internazionali che misurano e confrontano i rischi dell'attività bancaria in Europa mostrano un'elevata dispersione dei livelli di attivi ponderati per il rischio, anche quando si riferiscono a classi di attivi omogenee e adottano gli stessi modelli di valutazione del rischio».

Esordisce così la lettera che il direttore generale dell'Associazione bancaria italiana Giovanni Sabatini ha indirizzato al presidente dell'Eba, Andrea Enria, alla vigilia della diffusione, avvenuta ieri sera, delle nuove stime sui fabbisogni di capitale delle banche europee per far fronte alla crisi del debito sovrano. Le metodologie per calcolare quel valore che si mette al denominatore dei ratio patrimoniali variano, così come è diverso l'approccio adottato dalle autorità nazionali di vigilanza per i calcoli prudenziali, sottolinea l'Abi e questo può generare «significative distorsioni della concorrenza e incoraggiare un'errata percezione dell'adeguatezza del capitale delle banche».

«È vincolante e urgente – si afferma nella lettera – promuovere la correttezza, la trasparenza e la coerenza dei modelli di valutazione del rischio». A tal fine l'associazione dei banchieri italiani chiede il varo "immediato" di uno studio su base europea sulla comparabilità dei "risk weighted asset", gli attivi ponderati per il rischio tra banche e Paesi, e chiede anche di rinviare l'attuazione dell'esercizio dell'Eba sui buffer aggiuntivi di capitale alla conclusione di questo studio.

L'Eba, come si è visto, ha preferito tirare diritto, ma sembra essere consapevole della necessità di garantire che effettivamente in Europa si competa ad armi pari. Però le chance per una riconsiderazione della questione, una volta che le banche avranno definito i loro piani, restano affidate al dialogo fra i supervisors europei.
R.Boc.

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