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Questo articolo è stato pubblicato il 16 dicembre 2011 alle ore 14:25.

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Fitch ha deciso ieri il taglio del rating per sette banche globali. Barclays e Credit Suisse scendono di due gradini da AA- ad A. Mentre il declassamento è di un solo notch per Bank of America, Bnp Paribas, Citigroup, Deutsche Bank e Goldman Sachs. L'azione di Fitch rientra in una generale revisione dei rating delle principali banche universali e riflette la pesantezza dello stato del settore e il contesto incerto che incide negativamente sulle prospettive di profitto.

Sempre Fitch ha tagliato anche il rating di altre cinque banche: Credit Agricole e Credit Mutuel (giù fino a A+ da AA-), la danese Danske Bank passa ad A da A+, l'olandese Rabobank a AA da AA+, la finlandese Op-Pohjola Group a A+ da AA-.
Revisioni al ribasso del giudizio anche per S&P's. Il taglio dell'agenzia americana ha riguardato il rating di dieci banche spagnole con l'avvertimento di possibili ulteriori abbassamenti: resta infatti in «credit watch con implicazioni negative» per CaixaBank, Bankia, Banco Popular, Bankinter, Banco de Sabadell, la holding Caja de Ahorros y Pensiones de Barcelona, Ibercaja Banco, San Caja de Ahorros y Monte de Piedad de Gipuzkoa y San Sebastian, Bilbao Bizkaia Kutxa and Banco Financiero y de Ahorros. Sono in particolare le casse di risparmio a essere finite nel mirino.

Del resto quello è il ventre molle da tempo del sistema bancario spagnolo. L'attenzione del mercato non poteva che cadere su Credit Agricole, il colosso francese declassato da Fitch. In Borsa il titolo ha perso il 4,38%, in una seduta in cui l'indice Stoxx di settore è salito dell'1,34%. Un'altra seduta di passione dopo che il giorno prima, sull'onda di un 2011 che si chiuderà in perdita, il titolo della banca francese era caduto del 6,7%. Ora la banca è impegnata in un drastico piano di ristrutturazione con un taglio di organici per 2.350 unità e soprattutto un pesante deleveraging, cioé un dimagrimento delle attività che dovrebbero portare a una riduzione strutturale delle necessità di rifinanziamento per 50 miliardi tra il giugno del 2011 e fine 2012.

Il gruppo dovrebbe così chiudere in perdita per 285 milioni l'intero 2011. La ristrutturazione riguarda in particolare l'investment banking: la banca uscirà dal segmento delle commodity e dal trading sui derivati azionari. E così gli attivi a rischio dovrebbero scendere di circa 30 miliardi, un modo come un altro per tenere il più possibile alto il Core Tier 1. Ma per gli analisti di Mediobanca Securities tutto ciò potrebbe non bastare: secondo le loro stime infatti il Core tier 1 di Credit Agricole Sa per il 2012 potrebbe collocarsi sotto l'8%, imponendo comunque un aumento di capitale dell'ordine di 11 miliardi di euro.

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