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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2011 alle ore 07:45.

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Dai rubinetti di Eurotower scorrerà oggi una liquidità illimitata a prezzi irrisori, irrorando la zona desertica del mercato dove le banche europee trovano difficoltà a finanziarsi a medio termine collocando bond, garantiti e non. Una quota importante di questa liquidità agevolerà il rimborso dei bond bancari in scadenza, un'altra quota servirà a mantenere aperti i rubinetti del credito a famiglie e Pmi, evitando il credit crunch in recessione. Questa infinità di rivoli irrigherà infine anche le aste dei titoli di Stato, soprattutto quelle che rischiavano di andare deserte.

I presupposti per la grande svolta in uscita dalla crisi del debito sovrano europeo teoricamente ci sono tutti grazie alle misure 'non-standard' della Bce, una sorta di surrogato del quantitative easing. Il sistema bancario ne uscirà rafforzato, una volta che sarà disinnescata la mina dei rimborsi delle obbligazioni bancarie; l'erogazione del credito a famiglie e imprese verrà alimentata per sostenere la ripresa economica; la disponibilità degli intermediari bancari alla sottoscrizione dei titoli di Stato nell'eurozona periferica, in asta e sul secondario, dovrebbe risultarne potenziata perchè molto conveniente.

Ma fino a che punto l'inedito '3y LTRO' riuscirà a scacciare lo spettro della crisi di liquidità che rischia di perseguitare l'Italia l'anno prossimo? Un'inondazione di finanziamenti da parte dell'Eurosistema alle banche non può sostituirsi alla riconquista della fiducia sui mercati che spetta all'Italia. I rendimenti dei BTp dovranno calare non perchè le banche impiegano liquidità in eccesso e guadagnano raccogliendo all'1% e impiegando al 6% sul rischio-sovrano, ma perchè ai grandi investitori istituzionali su scala mondiale sarà tornata la voglia di prestare denaro allo Stato italiano a tassi adeguati.

La ripartizione della liquidità Bce sarà una questione di grandi numeri. La cifra di partenza sarà quella dell'effettiva richiesta proveniente dalle banche (dai 300 miliardi fino a molto oltre?). Un altro numero da seguire è quello tra 200 e 230 miliardi di obbligazioni bancarie europee in scadenza nel primo trimestre 2012: alle quali si aggiungono i 200 miliardi di cartolarizzazioni di prestiti al settore privato che scadono l'anno prossimo. I rubinetti del credito bancario dovranno servire alla crescita: tra le misure non-standard spicca l'allentamento dei requisiti del collaterale (utilizzato dalle banche per finanziarsi presso l'Eurosistema) mirato alle asset-backed securities che cartolarizzano i mutui alle famiglie e i prestiti alle Pmi. Ma si dovrà far spazio infine anche al numerone dei titoli di Stato in euro in scadenza nel 2012: la Bce ne prevede fino a 300 miliardi nel primo trimestre del prossimo anno. Un centinaio a medio-lungo termine tra febbraio e aprile provengono dallo Stato italiano: le banche italiane, soprattutto le medio-piccole, potrebbero utilizzare la liquidità in eccesso per aumentare la redditività degli impieghi. La curva dei rendimenti dei titoli di Stato italiani dovrebbe impennarsi per via di tassi più bassi a breve. L'ondata di acquisti che potrebbe riversarsi sui titoli di Stato italiani e spagnoli dovrà però rivelarsi sostenibile: questo accadrà solo se sulle banche non scatterà la doppia mannaia della ricapitalizzazione e dei crolli borsistici per eccesso di esposizione ai titoli di Stato periferici. Una storia tristemente già nota.

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