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Questo articolo è stato pubblicato il 22 dicembre 2011 alle ore 07:34.

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Non esistono pasti gratis sul mercato. Vale la pena ripetere questa ovvietà, fino alla noia. Perché quel miraggio della grande abbuffata senza pagare il conto finale affascina l'immaginario collettivo. È quanto è accaduto in occasione del primo finanziamento a 36 mesi concesso alle banche dall'Eurosistema al tasso dell'1 per cento. Con i titoli di Stato italiani negoziati sul secondario a rendimenti tra il 5% e il 7%, questa liquidità illimitata ha subito preso le sembianze di un'ondata di acquisti riversata sulle secche del collocamento del debito pubblico italiano.

Non è da escludersi, certamente, che la misura non standard della Bce contribuisca prima o poi ad alzare l'asticella del rischio sovrano detenuto nel trading book, available-for-sale oppure hold to maturity delle banche. I mercati però hanno precorso i tempi. Hanno anticipato un impatto immediato benefico del primo LTRO a 36 mesi e, come sempre accade in chiusura d'anno con scarsa liquidità, scambi rarefatti e flussi scarsi, le tendenze si sono amplificate. I titoli di Stato spagnoli hanno registrato un colossale rally per una decina di sedute consecutive, con rendimenti al ribasso e prezzi al rialzo che hanno trascinato all'insù i titoli italiani. Ieri, questo trend si è sgonfiato: come da manuale, dopo gli acquisti sulle voci o sulle aspettative sono arrivate le vendite sui fatti. Paradossalmente, proprio sulla scadenza a due anni che avrebbe dovuto registrare il calo più forte dei rendimenti, al momento dell'annuncio dell'esito da 489 miliardi in tarda mattinata, lo spread tra i titoli di Stato italiani con vita residua di 24 mesi e gli Schatz tedeschi si è allargato. I BTp sono passati dal 5,09% al 5,25% mentre i titoli tedeschi sono calati dallo 0,23% allo 0,22 per cento. L'andamento della giornata è stato altalenante ma lo spread più seguito di tutti, quello tra i decennali, si è riportato attorno a quota 500 mentre il rendimento dei BTp a dieci anni si riavvicinava pericolosamente verso la soglia del 7 per cento.

Nulla è però andato storto, a ben guardare. Al contrario, il solo fatto che le banche italiane abbiano messo in cantiere oltre 57 miliardi di obbligazioni 'virtuali' garantite dallo Stato (non sono state collocate a terzi sul mercato ma emesse formalmente e riacquistate dalle stesse banche) per dotarsi di extra-collaterale da utilizzare nelle operazioni LTRO a 36 mesi della Bce, è incoraggiante: significa che il sistema bancario italiano sta facendo di tutto per uscire dalla crisi di liquidità che rischiava di attanagliarlo nel 2012, per rimborsare agevolmente le obbligazioni bancarie in scadenza l'anno prossimo, per allentare - quanto possibile in recessione - il credito a famiglie e imprese e far spazio in portafoglio per una redditività con il turbo finanziandosi all'1% e investendo in BTp tra il 5% e il 7 per cento. Il primo obiettivo delle misure non standard della Bce, tuttavia, non potrà che essere fino alla fine la solidità del sistema bancario e la stabilità del mercato interbancario e monetario: niente pasti gratis per i titoli di Stato e i Governi inadempienti sul risanamento dei conti pubblici o sul recupero di competitività.

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