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Questo articolo è stato pubblicato il 03 gennaio 2012 alle ore 08:04.

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La lussemburghese Time&Life Sa è il nuovo secondo azionista della Banca Popolare di Milano. La società, che stando alle indiscrezioni ha investito circa 60 milioni ottenendo una partecipazione dell'8,6% circa della banca pre-conversione del convertendo, fa capo al finanziere italo-americano Raffaele Mincione, che opera attraverso la società di gestioni Capital Investment Office con sede a Grosvenor Street, Londra. Un outsider rispetto alle indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, che avevano indicato nel fondo del Qatar o in Amber Capital il possibile compratore dei diritti di opzione inoptati per l'aumento di capitale da 800 milioni di Bpm.

Il blitz del finanziere è avvenuto il 14 dicembre scorso, quando staccando un assegno da più di 60 milioni ha rilevato diritti pari all'8,6% circa del capitale dell'istituto. Raffaele Mincione, quindi, è così il secondo azionista della banca dopo Invest Industrial, la holding di partecipazioni che fa capo ad Andrea C. Bonomi, presidente del consiglio di gestione di Bpm. L'aumento di capitale si era così concluso con il 94,02% di adesioni su un controvalore complessivo dell'aumento di capitale pari a 799.421.014,20 euro. Mediobanca, poi, ha venduto l'intera parte rimanente del 5,98% dell'aumento per conto dell'intero consorzio, parte del quale è stato acquistato da Invest Industrial salita oltre il 9%.

Un tempo a capo della divisione europea di Salomon Smith Barney, Mincione è noto alle cronache per la sua passione per la vela, per il fidanzamento con la ex modella Heather Mills (poi moglie di Paul McCartney), ma soprattutto per un affare immobiliare che nel 2009 finì sulle pagine dei quotidiani internazionali dal Daily Mail al New York Times. Il finanziere riuscì ad acquistare un palazzetto nell'esclusiva Knightsbridge per 18 milioni di sterline (oltre 25 milioni di euro), pagando meno della metà del prezzo originario. L'immobile, infatti, era stato messo in vendita per 40 milioni di sterline, ma a causa della crisi il proprietario accettò l'offerta al ribasso di Mincione.

Sollevato il velo sul nuovo azionsta di Bpm, ora per completare il quadro sul futuro dell'istituto resta il rebus del nuovo consigliere delegato. Al rientro dalla pausa natalizia il consiglio di sorveglianza dovrà riprendere in mano il dossier e procedere in breve alla nomina, nel rispetto dei tempi stabiliti nei colloqui con Banca d'Italia. In pole position sembrava esserci il nome di Giuseppe Castagna, direttore generale del Banco di Napoli del gruppo Intesa Sanpaolo, anche se non è mai tramontata la soluzione interna che potrebbe vedere Claudio De Conto, membro del cdg della banca, prendere la guida di Bpm.
Intanto a Piazza Affari il titolo Bpm ieri ha chiuso la prima seduta dell'anno con un rialzo dell'1,59% a 0,3066 euro per azione.

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