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Questo articolo è stato pubblicato il 06 gennaio 2012 alle ore 08:47.

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L'errore? Concentrarsi, per consuetudine o per pigrizia, solo sulla scadenza decennale. E, giocoforza, sullo spread tra i vari titoli di Stato con questa duration. Così facendo, inevitabilmente, si ha una visione distorta di come in realtà il mercato percepisca la situazione del debito pubblico di un Paese. Un esempio? È presto detto: il differenziale BTp-Bund che ieri ha chiuso a 522 punti base. Un valore ben più basso del record di 552 raggiunto il 9 novembre 2011. Ma superiore ai 373 fissati il 5 dicembre 2011, cioè subito dopo il varo del decreto salva-Italia del governo Monti. Tanto che verrebbe da dire: la situazione è tornata a peggiorare.

E di molto. La realtà, tuttavia, non è cosi. In primis perché, analizzando l'andamento da inizio anno, il differenziale è sì cresciuto ma solo di 3 basis point (quello di Madrid e balzato di 50). E, poi, perché l'analisi della scadenza decennale ci racconta solo una parte della storia. Per comprendere tutta la narrazione bisogna, invece, guardare il trend di tutte le scadenze. In particolare, passare ai raggi X la curva dei rendimenti nella sua complessità.

«Nei primi giorni di novembre 2011 -ricorda Pierluigi Gerbino, consulente indipendente - la linea si era invertita. Le scadenze più brevi, sotto l'anno, erano cioè arrivate a pagare un rendimento più alto di quelle lunghe». Una situazione dimostrata dagli stessi numeri: il 9 novembre, il BoT a 12 mesi ha toccato un rendimento del 9,47%; quello a 9 mesi l'8,9 e la scadenza a 6 addirittura l'8,3 per cento. Valori ben più alti di quelli del decennale che, sempre in quel giorno, era arrivato a rendere «solo» il 7,25 per cento. «Il mercato insomma, giusto o sbagliato che fosse, sembrava prezzare un rischio imminente sul nostro debito».

Adesso, quella prospettiva è sparita. Ieri il Buono ordinario a 6 mesi, alle 17.30, ha chiuso con uno yield del 2,66%; la scadenza a 3 mesi, con un crollo del rendimento di circa il 70%, vantava invece il saggio dell'1,9 per cento. «Il segnale - indica Angelo Drusiani, di Albertini Syz - che è venuto meno il timore per l'incapacità dell'Italia di riuscire a finanziarsi sul breve. Come, peraltro, ha dimostrato il successo dell'ultima asta di BoT». La stessa duration decennale, giocoforza più sensibile alla solidità creditizia di "fondo" del Belpaese, ha visto il rendimento scendere del 2,2% (dal 7,25 al 7,09 per cento). Certo, il calo rispetto alle scadenze più brevi è minore. Inoltre, se confrontato al 5 dicembre (lo yield del BTp era a 5,93%), il saggio è tornato a salire. Tuttavia, non può negarsi che la pressione anche sul lungo si sia (un po') ridotta.

Fin qui l'Italia, ma il resto d'Europa? La Spagna vanta uno spostamento della curva dei rendimenti "simile" a quello di Roma: in avvio del novembre scorso, il titolo a 3 mesi aveva un rendimento del 5,48% mentre la scadenza a 5 anni rendeva il 5,14 per cento. Insomma, anche in quel di Madrid la linea era sottosopra. Ieri, invece, la duration più breve (alle 17.30) ha archiviato la seduta con lo yield di 1,44% e quella lunga al 4,7 per cento. Come nel caso italiano, quindi, i rendimenti sono scesi. La riduzione però, sebbene in punti base Madrid sia su livelli ben più bassi, è spesso di portata minore. Il rendimento del quinquennale, ad esempio, è calato attorno al 7,7% (-17,6% il BTp); quello del titolo annuale il 28% (-62% il BoT). Diverso, invece, il discorso per la Francia. La curva dei rendimenti dei titoli di Stato transalpini non si è mai invertita negli ultimi mesi. Quello che può notarsi, a livello di decennale, è prima una riduzione dello yield tra inizio di novembre e avvio di dicembre; e, poi, la sua risalita. Un trend replicato sulla scadenza dei 3 anni dove, al contrario, il BTp ha visto il rendimento scendere. Può obiettarsi: è l'effetto degli acquisti delle banche dopo la maxi-asta della Bce; oppure, lo stesso shopping di Eurotower ha dato una mano . Non è da escludere. Certo è, però, che guardando la curva nella sua interezza, la situazione dell'Italia appare più rosea.

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