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Questo articolo è stato pubblicato il 07 gennaio 2012 alle ore 08:15.

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Lunedì si apre a Detroit il più importante Salone dell'Auto degli Stati Uniti (North American International Auto Show). Un Salone importante per il gruppo Fiat-Chrysler, che presenta il primo vero frutto della collaborazione tecnica tra le due aziende; e importante per tastare il polso ai mercati alla vigilia di un anno difficile.
Per Fiat-Chrysler l'appuntamento importante è lunedì alle 8.45 ora locale, quando Reid Bigland – responsabile del marchio Dodge e delle vendite di tutti i brand sul mercato Usa – presenterà la nuova Dodge Dart, berlina media basata sulla piattaforma dell'Alfa Romeo Giulietta modificata e adattata alle esigenze Usa. La vettura è importante per più di una ragione. La Dodge Dart è in grado di percorrere 40 miglia per gallone (circa 17 chilometri per litro), una performance che in Europa non ha nulla di speciale ma che negli Usa la classifica tra le auto a basso consumo; per questo la sua omologazione, nei giorni scorsi, ha fatto scattare il cosiddetto "Ecological event" che in base al contratto firmato nel 2009 con il Governo Usa ha consentito alla Fiat di ottenere un 5% addizionale di Chrysler. Non solo: l'essere derivata da una piattaforma già esistente riduce i costi della Dart e le consentirà quindi di essere più competitiva in un segmento, quello delle auto compatte, in cui il gruppo Chrysler da tempo non ha una posizione di rilievo.
I prossimi esempi di cooperazione stretta di prodotto fra le due sponde dell'Atlantico dovrebbero essere la Giulia Alfa Romeo, che deriverà da una piattaforma made in Usa, la piccola Jeep attesa a Mirafiori per fine 2013, la Maserati Kubang costruita nello stesso stabilimento della Jeep Grand Cherokee. Proprio la fabbrica di Jefferson North, a Detroit – stato annunciato ieri – passerà a tre turni giornalieri nel 2013 e dall'anno prossimo produrrà anche per il mercato Usa una versione diesel del Suv.
Ieri il titolo Fiat ha proseguito in Borsa l'ascesa iniziata alla vigilia sull'onda dell'aumento della quota in Chrysler al 58,5 per cento: le azioni ordinarie hanno chiuso a 3,978 euro (+2,3%). Sempre ieri sono stati resi noti i dati sulle vendite di auto a dicembre in Gran Bretagna, ultimo dei grandi mercati che mancava all'appello: il mese ha visto un calo delle immatricolazioni del 3,7%; la diminuzione è del 4,4% nell'intero 2011, chiuso poco sotto quota 2 milioni (1,94). Per il gruppo Fiat sono andate male a dicembre la marca ammiraglia e l'Alfa Romeo; bene Chrysler e Jeep. Nel 2011 la quota del gruppo torinese è calata al 3% dal 3,4% del 2010.
La rassegna di Detroit sarà anche l'occasione di valutare le prospettive per il 2012 del mercato Usa, che dovrebbe conservare l'andamento positivo dell'anno scorso: secondo le previsioni pubblicate da Ferdinand Dudenhoeffer, uno dei maggiori esperti tedeschi del settore auto, l'Europa occidentale perderà quest'anno 670mila unità a 12,1 milioni (pari a un calo del 5,2%), mentre gli Stati Uniti dovrebbero guadagnarne circa 720mila a 13,5 milioni. A trarne vantaggio saranno i costruttori presenti oltre Atlantico – di fatto tutti tranne il gruppo francese Peugeot. Oltre ai tre big di Detroit contano infatti sulla ripresa Usa i giapponesi, frenati nel 2011 dal terremoto in patria, e la coreana Hyundai-Kia che punta a scalare posizioni nella classifica di vendite, ma anche le tedesche Vw-Porsche, Bmw e Mercedes e in qualche modo Renault, rappresentata dall'alleata Nissan. La concorrenza negli Usa resta però agguerrita, e qualcuno dei costruttori che nel 2011 ha strappato quote a Toyota o Honda potrebbe perderne quest'anno.
Dudenhoeffer pronostica un guadagno di circa 150mila immatricolazioni (e quindi un aumento della quota di mercato) per i costruttori tedeschi nel loro insieme, e sottolinea che sia Fiat con Chrysler che Renault con Nissan, potranno compensare negli Usa parte delle minori vendite attese in Europa.
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