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Questo articolo è stato pubblicato il 08 gennaio 2012 alle ore 08:12.
Il riassetto Premafin-Fondiaria Sai entra nella settimana decisiva con Clessidra e Unipol primi candidati a giocare un ruolo da protagonisti mentre Palladio e il tandem Sator-21 Investimenti restano sullo sfondo pronti a entrare in partita.
Con ogni probabilità Finsoe-Unipol formalizzerà a stretto giro la proposta sulla holding in mano alla famiglia Ligresti. Sul tavolo c'è già l'offerta di Clessidra, da tempo impegnata sul dossier, prima nel tentativo di acquistare l'asset Liguria-Sasa poi con l'obiettivo di mettere in portafoglio l'intera compagnia assicurativa.
Un obiettivo che il fondo intenderebbe perseguire, stando a quanto si apprende, rendendosi disponibile ad acquistare dai Ligresti i diritti d'opzione per il futuro aumento di capitale da 400 milioni in Premafin per sottoscriverne poi tra i 200 e i 250 milioni. Ossia quanto basta per permettere alla holding di tenere la presa su FonSai, in procinto di lanciare una ricapitalizazzione da 750 milioni. Il fondo avrebbe peraltro già in mente la squadra di manager che dovrebbe guidare la filiera nel percorso di ristrutturazione. Il tutto, evidentemente, è appeso a specifiche condizioni. Tra le quali il via libera dell'Isvap (Clessidra aveva ottenuto un parziale ok quando si interessò di Liguria-Sasa) e l'esenzione da parte di Consob all'Opa a cascata sulla galassia. Nella proposta, il fondo di Claudio Sposito non avrebbe invece fatto specifico riferimento alla possibilità che le banche creditrici di Premafin sottoscrivano la quota restante di aumento di capitale convertendo in equity i propri debiti. Tuttavia, allo stato, sembra essere una condizione imprescindibile. Senza uno sforzo delle banche difficilmente la holding potrebbe essere sufficientemente patrimonializzata considerata l'esposizione da 322 milioni verso il sistema credito.
Quanto a Unipol, la compagnia starebbe ultimando i dettagli del complesso progetto industriale, appoggiato da alcune delle banche creditrici, in primis Mediobanca, che vede almeno una fusione a tre e diverse ricapitalizzazioni. Allo stato è infatti previsto un doppio intervento, quello di Finsoe in Premafin e quello di Unipol quale cavaliere bianco di Fondiaria-Sai. Come detto, però, il piano è particolarmente impegnativo e non ha mancato di scatenare sia internamente che esternamente reazioni dubbiose circa la fattibilità della manovra. Sulla carta l'operazione ha un'importante valenza industriale, ma anche alcune criticità. Innanzitutto va considerato il nodo di Unipol Banca. Il piano prevede la dismissione dell'asset ma l'istituto, stando ai numeri, ha al momento un'appetibilità limitata considerata soprattutto la fase congiunturale. Poi, oltre che l'ok Isvap e Consob, il progetto dovrà ottenere anche il via libera dell'Antitrust. La fusione tra Unipol e FonSai farebbe nascere un gruppo con il 32% di quota di mercato nel ramo danni e addirittura il 37% nell'Rc auto. Possibile quindi che l'autorità obblighi le due compagnie a dismettere alcuni beni. In questo caso, Cattolica potrebbe essere uno dei primi soggetti interessati a rilevare ciò che verrà messo sul mercato.
Di certo, il tempo stringe. Entro la fine di questa settimana va individuato il soggetto con il quale portare avanti la trattativa in esclusiva anche perché va aperta tutta la fase di due diligence e la scadenza del 27 gennaio, data in cui il cda di FonSai si esprimerà sulle tappe della ricapitalizazzione, è alle porte. A quell'impegno Premafin si dovrà presentare almeno con una bozza di progetto già in tasca. L'ostacolo vero rispetto a questa necessità è rappresentato dalla famiglia Ligresti. All'interno della famiglia non vi sarebbe una comune visione sul da farsi. Alcuni non avrebbero ancora accettato l'idea di doversi fare da parte e per questo starebbero lavorando a progetti alternativi.
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