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Questo articolo è stato pubblicato il 10 gennaio 2012 alle ore 06:42.

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Acquisizioni, fusioni, quotazione, riorganizzazioni, rinegoziazioni dei debiti, ristrutturazioni. Una girandola di operazioni comuni al gruppo It Holding e a Mariella Burani Fashion Group. E comune è stato anche l'epilogo: l'amministrazione straordinaria. Non solo. In entrambi i casi i patron dei gruppi di moda sono finiti in prigione con l'accusa di bancarotta fraudolenta.
Due storie italiane parallele, due aziende del Made in Italy che negli anni sono state portate ad esempio per la crescita e l'espansione. Il tutto poi finito nelle mani di commissari straordinari che hanno dovuto gestire l'emergenza: con la cessione degli asset del gruppo nel caso di It Holding e con l'avvio dell'asta per la vendita nel caso di Mbfg. E mentre gli imperi costruiti a cavallo tra fine anni '90 e prima parte del 2000 vengono smembrati e ceduti, anche a compratori stranieri, le famiglie che hanno guidato i due gruppi di moda sono travolte dalle vicende giudiziarie.
Il gruppo molisano contava sui marchi Gianfranco Ferrè, Extè, Malo più le licenze Versace, Just Cavalli, C'n'C e Galliano, quando nel 2009 finì in amministrazione straordinaria sotto il peso di 295 milioni di debiti, a fronte di un patrimonio di 105, cui si sommavano i 136,5 milioni della holding lussemburghese a capo della catena di controllo, Pa Investments. A quasi tre anni di distanza e di indagini tra Isernia e Milano, ieri è arrivato l'arresto dell'imprenditore Tonino Perna per il reato di bancarotta fraudolenta. L'ex patron di It Holding, secondo l'accusa, ha procurato un danno patrimoniale per l'intero gruppo aziendale stimato nell'ordine di oltre 61 milioni di euro.
La crisi di Burani arriva pochi mesi dopo lo stato d'insolvenza della It Holding di Tonino Perna, costretta a ricorrere alla legge Marzano. Nella primavera del 2010, la sezione fallimentare del tribunale di Reggio Emilia ha dichiarato l'insolvenza di Mbfg. Il gruppo, ora in amministrazione straordinaria, era cresciuto attraverso una cinquantina di acquisizioni dal 2000 in poi (oltre a quelle fatte dalle holding di controllo) finanziandosi sui mercati anche grazie a cinque quotazioni sulla Borsa di Milano e di Londra. Poi nel luglio 2010 la Guardia di Finanza aveva bussato alle porte della residenza di famiglia a Cavriago per arrestare Walter Burani (cui sono stati concessi subito i domiciliari) e il figlio Giovanni (poi ai domiciliari, revocati l'estate scorsa). Ora entrambi sono imputati nel processo al Tribunale di Milano per bancarotta fraudolenta.
Due parabole simili, terminate con il crack finanziario di due gruppi della moda italiana. Crack che si sono tradotti in crisi industriali di due poli, uno a Isernia e uno a Cavriago, con conseguenti perdite di posti di lavoro anche per l'indotto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I PRECEDENTI
Amministrazione straordinaria per Mariella Burani Fashion Group dal marzo del 2010, quando il Tribunale di Reggio Emilia ha dichiarato l'insolvenza dell'azienda.

Debiti per circa 300 milioni, a fronte di un patrimonio da 105 milioni, hanno portato It Holding all'amministrazione straordinaria nel 2009.

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