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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2012 alle ore 06:45.
Gli yacht Ferretti parlano ufficialmente cinese. Dopo mesi di trattative e un accordo raggiunto sotto Natale (come anticipato dal Sole 24 Ore), arriva l'annuncio della chiusura dell'operazione: la storica casa romagnola di imbarcazioni di lusso sarà adesso di proprietà del gruppo Shandon Heavy Industries che l'ha salvata dalla pesante eredità lasciata dalla bolla speculativa del private equity: circa 600 milioni di debiti (scaricati dal fondo Candover) che rischiavano di strozzare un pezzo importante di industria italiana e un indotto significativo.
Ora, con un'operazione da 374 milioni, messa a punto dalla banca d'affari americana Citigroup e dallo studio Erede Bonelli Pappalardo, la conglomerata cinese Shig avrà in mano il 75% di Ferretti (assistita da Hsbc e dai legali di Cleary Gottlieb). Il restante 25% sarà diviso, pariteticamente, tra la banca Rbs, il creditore che ha tenuto le fila della trattativa con le banche e gli azionisti, e l'investitore newyorchese Strategic Value Partners, fondo specializzato in aziende «distressed». Esce di scena il fondatore Norberto Ferretti: il patron, fino a oggi azionista, non è tra i nuovi soci ma conserva la carica di presidente. D'altronde se i cinesi sono arrivati è merito suo.
La transazione avverrà, da una parte, rilevando, in contanti, una fetta di debito; dall'altra, rifinanziando la società. In un secondo momento, dopo che sarà messa in sicurezza la situazione finanziaria, partirà un aumento di capitale da 100 milioni. inpabi per gli investimenti e il rilancio industriale. Di pari passo l'indebitamento complessivo verrà portato a un livello sostenibile per l'azienda, stimato in circa 120 milioni. L'investimento complessivo in capitale è di 178 milioni, le nuove linee di credito di 196 milioni.
Il salvataggio, il secondo nel giro di tre anni, di Ferretti ha tenuto il mercati col fiato sospeso per mesi. Gli hedge fund avevano rastrellato il debito arrivandone a detenere oltre la maggioranza, dopo che Mediobanca, la regista del primo salvataggio nel 2008, si era defilata vendendo il suo debito a Oaktree (ma rimanendo tuttavia azionista). Inizialmente respinta, Shig (che si era fatta avanti di sua volontà) è diventata l'unico salvagente per evitare che un'azienda da 2mila dipendenti finisse in ginocchio. La soluzione più gradita ad azienda e sindacati era il ricorso alla legge fallimentare, articolo 182bis, una sorta di procedura «soft». Ma occorreva il sì del 75% dei creditori; una condizione quasi impossibie visto che i creditori, Oaktree in testa, era propensa al concordato preventivo, una misura molto più severa. La svolta è stata l'acquisto del debito in mano a Oaktree da parte di Shandon: a quel punto la strada si è fatta in discesa.
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L'ANTICIPAZIONE
I piani svelati
Il quattro dicembre scorso il Sole 24 Ore aveva rivelato i piani del gruppo cinese per rilevare Ferretti, il gruppo italiano specializzato della costruzione di yacht ed entrato in una profonda crisi
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