Il Credit Agricole Suisse esce definitivamente dal capitale di Premafin. Questo, quantomeno, è quanto emerge dalle comunicazioni Consob diffuse ieri. Dopo un'ultradecennale presenza nella holding dei Ligresti, come custode di quote detenute da soci terzi misteriosi, l'appartata filiale elvetica della banca francese ha azzerato la partecipazione, già precedentemente ridotta al 2,59%. Lo ha fatto lo scorso 29 dicembre, data per certi aspetti assai curiosa. Quel giorno, infatti, il titolo Premafin ha chiuso le contrattazioni a 0,1071 euro ben distante da quello che è il prezzo oggi di ogni titolo della holding.

Proprio a partire dal 30 dicembre le azioni della finanziaria hanno avviato una sorta di rally, frenato solo da un paio di sedute negative, che ha permesso a Premafin di raddoppiare il proprio valore di Borsa. Basti pensare che, sebbene ieri le azioni abbiano chiuso in flessione del 5%, il titolo quotava 0,29 euro, ossia il 170% in più rispetto a un paio di settimane fa. Se la transazione è avvenuta a prezzi di mercato, chiunque abbia rilevato il pacchetto dal Credit Agricole ha sicuramente fatto un buon affare.

Detto questo, va rilevato che esce di scena uno degli azionisti più stabili e misteriosi di Premafin, presente nel libro soci fin dal 1999 con una partecipazione inizialmente del 9,05%, poi arrotondata pare oltre il 10% e quindi ridotta sotto il 5% nell'ottobre del 2009.
L'addio del Credit Agricole, che deteneva la quota per conto di dieci soggetti domiciliati in paradisi fiscali, non ha però aumentato la trasparenza dell'azionariato di Premafin. Nelle ultime settimane è emersa, a seguito degli accertamenti della Consob, la presenza di due Trust off-shore che detengono circa il 20% della holding di controllo di Fonsai e i cui beneficiari reali, a più di un anno dall'avvio delle indagini della commissione, non sono ancora stati individuati. Alcune delle quote in capo ai trust erano peraltro le stesse che prima erano custodite dal Credit Agricole.
L.G.

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