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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2012 alle ore 10:03.

L'esame dell'Antitrust grava come un macigno sull'operazione Fonsai-Unipol. Il comunicato con il quale la compagnia bolognese ha ieri annunciato la sottoscrizione della lettera di intenti con la famiglia Ligresti ha sottolineato che il progetto di integrazione tra i due gruppi assicurativi sarà comunque subordinato «al rilascio delle autorizzazioni richieste dalle competenti autorità di vigilanza». Ebbene, vista la composizione di mercato delle due società e l'influenza di Mediobanca su entrambe (come maggiore creditore), è fin d'ora prevedibile che non sarà affatto una passeggiata ottenere il via libera dall'autorità garante della concorrenza.
Lo scrutinio non avverrà in tempi brevi – l'annunciata fusione Fonsai-Unipol sarà preceduta dalla ricapitalizzazione dei due gruppi – ma rappresenta comunque un appuntamento non eludibile. Tra l'altro la questione si interseca con le strategie più generali del Governo in tema di liberalizzazioni che dovrebbero coinvolgere anche il mercato delle polizze e, segnatamente, quello della Rc auto. Ebbene mentre lo scrutinio dell'Antitrust già si annuncia come un fattore di rischio per il nuovo aggregato, le norme più generali all'esame dell'Esecutivo potrebbero invece rappresentare un'opportunità. Vediamo perchè.

Le quote combinate delle due compagnie nei diversi rami assicurativi (vedi tabella) mostrano una forte influenza di mercato nei comparto danni (32%) con picchi che superano il 35% in diversi settori: Rc auto (36,74%), corpo veicoli marittimo (35,81%), corpo veicoli terrestri (35,07%), Rc veicoli marittimi (35,62%). Normalmente l'Antitrust, per misurare la pericolosità anticompetivita di un'integrazione, colloca una "soglia di attenzione" intorno ad una quota di mercato del 25% e di vero e proprio allarme intorno al 40 per cento. C'è un precedente e riguarda l'istruttoria che l'autorità garante condusse nel 2005 sull'acquisizione del gruppo Toro da parte delle Generali. In quel caso l'authority utilizzo per un "test di dominanza" la soglia di mercato del 35%. Ma quella esperienza è soprattutto rilevante per lo sforzo condotto dell'Antitrust nel collegare all'acquisizione Generali-Toro la stessa Fonsai attraverso il ruolo di dominus svolto da Mediobanca (grande creditore della compagnia dei Ligresti e primo azionista del Leone). È pur vero che il Tar del Lazio bocciò quel teorema accusatorio e la conseguente "sanzione" imposta dal garante ma la questione potrebbe ora riproporsi.

Non si può negare l'influenza che Piazzetta Cuccia ha avuto nell'integrazione che sta venendo alla luce in questi giorni. Forte (o meglio debole) per i suoi crediti a rischio in Fonsai (1.100 milioni di prestiti subordinati) Mediobanca ne ha sostanzialmente imposto la ricapitalizzazione e benedetto la scelta di Unipol, compagnia anch'essa esposta nei suoi confronti (con un subordinato da 400 milioni). Se in virtù di questi rapporti creditizi l'authority rilanciasse il link con le Generali gli effetti, sul suo giudizio, potrebbero essere devastanti perchè le quote combinate Generali-Unipol-Fonsai supererebbero in molti casi il 50% del mercato. La via d'uscita, probabilmente, potrebbe essere individuata nell'allentamento di quei legami di finanziamento ma in questi giorni la questione si intravede soltanto sullo sfondo.

In tutt'altra direzione, invece, potrebbero agire le norme che il Governo sta pensando di introdurre nel settore assicurativo e, in particolare, nella Rc auto. Disposizioni che contrastando le frodi o consentendo ad esempio alle compagnie di riparare i danni dei veicoli (anche utilizzando ricambi non originali) invece di risarcirli in contante hanno l'obiettivo abbassare le tariffe ma sono suscettibili di produrre anche effetti benefici sui conti degli assicuratori. Nella stessa direzione va inoltre la nuova tabella sui risarcimenti dei grandi danni fisici, giunta ormai alla firma del ministero della Sanità. Nel 2011 il comparto dell'assicurazione obbligatoria ha superato il picco più acuto della crisi e con l'anno in corso le compagnie dovrebbero tornare a macinare utili (premessa necessaria per abbassare le tariffe). E la nuova compagnia nata dall'integrazione di Fonsai e Unipol e candidata a svolgere il ruolo guida del mercato non potrebbe che avvantaggiarsene.

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