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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2012 alle ore 08:17.

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IN RECUPERO
MILANO
UniCredit archivia la prima settimana dell'aumento di capitale con un bilancio positivo. Ieri le azioni di piazza Cordusio hanno chiuso le contrattazioni con un rialzo dello 0,48% a un prezzo di riferimento di 2,91 euro. In leggero calo (-0,58%) i diritti di opzione. La performance di ieri ha comunque risentito del ripiegamento generale dei mercati sulle voci di un taglio del rating Paese da parte di Standard & Poor's, non a caso in mattinata le azioni avevano superato la soglia dei 3 euro e i diritti volavano del 15%. Ad ogni modo per piazza Cordusio il bilancio al termine della prima settimana di aumento di capitale è positivo: il titolo, nonostante il cedimento di lunedì, chiude i cinque giorni con un progresso dell'11,06% e si ferma a quota 2,91 euro per azione, contro i 2,62 euro di venerdì scorso (prezzo di riferimento che considera lo stacco del diritto). Corrono i diritti, che in una settimana hanno visto il loro valore crescere del 25%, dagli 1,36 euro di partenza a 1,70 euro. Numeri confortanti che tuttavia devono tener conto che le perdite post annuncio della ricapitalizzazione non sono ancora state ripianate: il titolo, al netto del fattore di rettifica, valeva 4,16 euro il 3 gennaio. E oggi vale circa il 30% di meno. Le attese delle banche del consorzio sono però positive: come riferito da Radiocor-IlSole 24 Ore è opinione diffusa tra gli istituti che l'operazione si chiuderà con adesioni tra il 90-95% del capitale.
Sul mercato, poi, non si placano le voci di arrivi di nuovi soci. Il fondo del Kazakistan, indicato dai rumors come l'artefice di un rastrellamento del 5% del capitale, nei giorni scorsi ha smentito seccamente i fatti riportati dalla Borsa. Tuttavia le voci indicano il Kazakistan in possesso di un 2% circa. «Se loro hanno smentito allora è no», ha dichiarato ieri Fabrizio Palenzona, vicepresidente di UniCredit, mentre entrava nella sede del ministero dello Sviluppo economico. Di contro ieri è giunta qualche conferma ufficiale: la Banca centrale libica manterrà invariata la propria quota in UniCredit, pari al 4,9% del capitale, seguendo pro quota l'aumento di capitale da 7,5 miliardi lanciato dall'istituto. A dichiararlo è stato il governatore Saddeq Omar Elkaber interpellato dalla Reuters. L'obiettivo dell'istituto centrale, ha spiegato, è proprio quello di «mantenere il 4,9%» di UniCredit. Mancano, invece, indicazioni puntuali sulla posizione della Lia, socia con il 2,5%, anche se l'orientamento dovrebbe essere quello di seguire l'operazione. Così come non ci sono ancora conferme sulle mosse di Aabar che detiene il 5% di piazza Cordusio, mentre Allianz (2%) dovrebbe sottoscrivere la quota di sua competenza. Tra i soci stabili dell'istituto, dopo l'annuncio di adesione da parte di Cr Trieste (0,33%), le posizioni delle Fondazioni sono ora tutte note con gli enti pronti a fare la loro parte. Le consultazioni, però, proseguono. Ieri si è tenuto un incontro tra il presidente della Fondazione Cassamarca, Dino De Poli, e Gianluigi Serafini, presidente di Carimonte Holding, tra grandi azionisti di UniCredit per un esame delle ricadute della ricapitalizzazione da 7,5 miliardi della banca. Discussi, secondo una nota, «vari argomenti del settore che sono all'ordine del giorno, in particolare quelli conseguenti l'aumento di capitale delle Fondazioni in UniCredit».
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