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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2012 alle ore 07:12.

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Cresce l'insofferenza in Europa contro le agenzie di rating. Ieri la Commissione è tornata a criticarle, dopo che venerdì sera Standard & Poor's ha annunciato il declassamento di nove paesi della zona euro su 17, tra i quali la Francia. L'esecutivo comunitario ha presentato in novembre un regolamento per riformare un settore particolarmente controverso. La stessa riforma era stato il frutto di accesi dibattiti interni.

«Le agenzie di rating non sono arbitri oggettivi o istituti di ricerca imparziali, ma hanno i loro interessi», ha detto ieri il commissario agli affari economici Olli Rehn parlando alla rete televisiva finlandese Yle Tv1. Le agenzie «giocano molto secondo le regole del capitalismo finanziario americano», ha aggiunto Rehn, sostenendo che molti investitori hanno guadagnato denaro grazie alla «destabilizzazione» dell'euro.
Dall'Asia, anche il commissario al mercato interno e ai servizi finanziari ha avuto parole critiche. Parlando a Hong Kong, dove si trova in visita, Michel Barnier ha ribadito di volere imporre alle agenzie di rating maggiore trasparenza (si veda anche Il Sole 24 Ore di domenica). S&P ha ridotto il rating di nove paesi, sottolineando la bassa crescita, l'elevato indebitamento e la mancanza di una risposta collettiva alla crisi.

Molti a Bruxelles, o a Strasburgo, dove questa settimana si tiene una sessione del Parlamento, sono convinti che i giudizi delle agenzie di rating siano di parte, non tengano conto degli sforzi di molti Paesi. «Non vorrei che dietro alle loro decisioni si nasconda una reazione negativa alla proposta europea di introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie», dice Antonio Tajani, commissario all'industria.
In più di una circostanza, la tempistica di un declassamento ha fatto alzare più di un sopraciglio. Il presidente del consiglio Herman Van Rompuy ha spiegato ieri che «gli attori del mercato e le agenzie di rating considerano talvolta la nostra risposta alla crisi incompleta e insufficiente». Tuttavia un progresso concreto e reale è stato compiuto nel rimodellare la zona euro i cui fondamentali «sono in media solidi».

A metà novembre, la Commissione ha presentato un progetto di regolamento, attualmente in discussione sia al Parlamento che al consiglio. La riforma vuole ridurre la dipendenza di società e Governi dalle agenzie di rating; eliminare i conflitti d'interesse, visto che oggi chi chiede un rating è anche colui che paga per il servizio; e imporre maggiore trasparenza su come l'analisi viene effettuata.
C'è chi vorrebbe irrigidire ulteriormente le regole. È da ricordare tuttavia che nella stessa commissione le differenze non mancano. Il progetto di regolamento è stato il risultato di un compromesso nel collegio dei commissari tra chi voleva fermamente regolamentare le agenzie di rating, e chi invece voleva mantenere una buona dose di laissez-faire. Alcune norme volute da Barnier sono state quindi ammorbidite.
http://ec.europa.eu/internal_market/securities/agencies/index_fr.htm
La riforma Barnier

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