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Questo articolo è stato pubblicato il 18 gennaio 2012 alle ore 13:15.

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La domanda dei mutui ipotecari da parte delle famiglie italiane nel 2011 presenta un calo del 19% rispetto al 2010, mentre nei due anni precedenti il segno era stato positivo (+1% nel 2010 rispetto al 2009; +7% nel 2009 rispetto al 2008). E' quanto emerge dall'analisi sull'andamento complessivo della domanda di mutui rilevata su Eurisc, il sistema di informazioni creditizie di Crif, che raccoglie i dati relativi a oltre 78 milioni di posizioni creditizie.

«Il 2011 è stato un anno di evidente e costante calo - commenta Enrico Lodi, direttore generale Credit Bureau Services di Crif - L'unico dato positivo è stato registrato a febbraio, per il resto tutte le rilevazioni mensili hanno sempre mostrato dati negativi in costante accelerazione, fino a toccare un -46% in novembre, con la chiusura del mese di dicembre sulla stessa scia (-41%)».

Come mai? «Questa dinamica negativa è certamente influenzata dal fatto che nel 2011 sostituzioni e surroghe hanno cessato di essere significativamente praticate, mentre nel 2010 avevano invece sostenuto il mercato dei mutui dando la possibilità alle famiglie di rivedere e rinegoziare i piani di investimento e le condizioni del proprio prestito. Ma ciò non toglie che l'atteggiamento improntato alla prudenza messo in campo dalle famiglie, in questa fase caratterizzata da una pesante incertezza, non sembra essere stato scalfito nemmeno dallo stallo del mercato immobiliare e dalla conseguente stagnazione dei prezzi, che avrebbe potuto rendere appetibile l'acquisto di abitazioni anche come forma di investimento finanziario, né dal mantenimento di bassi tassi di interesse rispetto al periodo pre crisi».

Erogazioni in calo: perché?
Stando ai dati resi noti dalla Banca d'Italia il 13 gennaio 2012, le famiglie italiane hanno ricevuto finanziamenti per l'acquisto dell'abitazione per 10.374,82 milioni di euro nel terzo trimestre del 2011. Rispetto allo stesso trimestre del 2010 si registra dunque una contrazione delle erogazioni del -16,06% per un controvalore di 1.985,59 milioni di euro. E' quanto emerge dalla pubblicazione dei dati statistici di Banca d'Italia (13 gennaio 2012). L'andamento delle erogazioni trimestrali, in raffronto ai periodi precedenti, conferma la tendenza alla contrazione già rilevata nel corso del secondo trimestre rafforzando così un trend ribassista iniziato nel 2010 con le rilevazioni del secondo trimestre.

Secondo i dati di Assofin, l'Associazione che rappresenta circa l'80% del mercato del credito immobiliare, In termini di erogazioni complessive, la flessione nel periodo gennaio-novembre 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010 è stata del -10,8% (frutto di una contrazione del -6,7% delle erogazioni di mutui per acquisto e del -19,8% delle erogazioni di altri mutui, trai i quali rientrano surroghe, sostituzioni, mutui per ristrutturazione, per liquidità, etc.). Analogo l'andamento del numero di contratti, che nel periodo gennaio-novembre 2011 si è ridotto, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, del -12,5% (-6,7% i contratti di mutuo per acquisto, -22,8% i contratti relativi ad "altri mutui").

«L'andamento delle erogazioni di mutui dipende certamente dal calo della domanda in una congiuntura così difficile per le famiglie italiane che, in termini generali, hanno visto negli ultimi sei mesi peggiorare le loro prospettive di reddito di breve e medio periodo come effetto sia dell'andamento di variabili economiche rilevanti che delle misure adottate dai governi che si sono succeduti per fronteggiare la situazione - spiega Giuseppe Piano Mortari, direttore operativo di Assofin -. A ciò si aggiungono i gravi problemi di funding che hanno incontrato negli ultimi mesi le banche erogatrici - come riflesso delle difficoltà con cui fa i conti lo Stato nel collocamento dei titoli del debito pubblico - che hanno indotto le stesse a rivedere al rialzo il pricing dei mutui e ad adottare politiche di erogazione più selettive rispetto al recente passato. La netta flessione di surroghe e sostituzioni è la naturale conseguenza del ritorno all'aumento dei tassi sui mutui registrato negli ultimi mesi, per la componente relativa allo "spread", che ha reso sempre più difficile per i mutuatari trovare offerte più convenienti con le quali sostituire i mutui già in essere».

Tassi
Stando alle dinamiche dei tassi - secondo quanto indica l'Ufficio Studi Tecnocasa - ipotizzando di dover sottoscrivere un nuovo mutuo ipotecario dell'importo di 120.000 euro per una durata di 20 anni, ad uno spread indicativo di 3,20 punti base, se scegliessimo un mutuo a tasso fisso, sosterremmo una rata mensile di 841 euro. Se optassimo invece per un mutuo a tasso variabile, avremmo un risparmio pari a 86 euro mensili, in quanto la rata ammonterebbe a 755 euro.

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